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Fuori città

Il centro antiviolenza Calypso ospite della “G. B. Nicolosi” di Paternò

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Il rapporto uomo-donna, le violenze e i maltrattamenti, il femminicidio e lo stalking. Se ne è parlato in un incontro alla scuola “G.B. Nicolosi” di Paternò con le operatrici e le volontarie del centro antiviolenza Calypso di Biancavilla.

Uno dei tanti incontri che l’associazione guidata dall’avv. Pilar Castiglia tiene periodicamente nelle scuole. Una disponibilità con l’intento di fornire le corrette informazioni e sensibilizzare i più piccoli su temi che interagiscono con la cronaca più cruda, anche nel nostro comprensorio dove Calypso è particolarmente attivo a difesa e a tutela di donne maltrattate.

Quest’ultimo incontro nella scuola diretta da Giusi Morsellino, proprio in coincidenza della Giornata internazionale della donna, è stato speciale con una vivace interazione tra gli alunni e le relatrici.

L’evento è stato organizzato dalle insegnanti Teresa Attaguile e Barbara Pulvirenti, quest’ultima operatrice storica del centro Calypso.

Oltre all’avv. Castiglia, per Calypso c’era la dott. Laura Coco. Con loro, pure la dott. Cinzia Rizzo, responsabile della “Casa di Emilia e Cristina”, una comunità di Paternò.

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Cultura

L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli

L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano

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Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.

Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.

«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».

«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».

Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».

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