Cronaca
Processo d’appello per Ingrassia: «Pena a 12 anni con il concordato»

di Vittorio Fiorenza
Fasi finali in Corte d’Assise d’Appello a Catania del processo per l’omicidio di Alfio Longo per mano della moglie Enza Ingrassia, condannata in primo grado a 14 anni di carcere dal Gup Rosa Alba Recupido.
Il procuratore generale Angelo Busacca e la difesa dell’imputata con l’avv. Pilar Castiglia hanno chiesto la definizione di un concordato per una pena definitiva di 12 anni. Il legale della Ingrassia, in tal caso, rinuncerebbe ai motivi d’appello (in primis la richiesta della perizia per l’accertamento dell’eventuale incapacità di intendere e volere dell’imputata).
A marzo, la decisione della Corte sia su questo punto che sull’eccezione di inammissibilità (sollevata dalla Procura genrale) degli atti d’appello delle parti civili: i nipoti e la sorella della vittima, rappresentati dagli avv. Vincenzo Nicolosi e Alfina D’Oca.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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Cronaca
Pedone investito da un’auto nel viale Europa: trasferito in codice rosso
Il malcapitato trasportato all’ospedale “San Marco” di Catania, intervento dei vigili urbani

Un pedone è stato investito all’incrocio tra via Montessori e viale Europa, a Biancavilla. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava attraversando la strada quando è stato colpito in pieno da un’auto in transito.
Sul posto, intervento del servizio del 118, il cui personale ha riscontrato ferite al volto e alla testa al malcapitato. Necessario, quindi, il suo trasferimento in codice rosso all’ospedale “San Marco” di Catania.
È toccato alla polizia municipale regolare il traffico e avviare i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente.
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salvatore
3 Febbraio 2018 at 12:17
Finalmente giustizia è stata fatta, era ora,non saprei dire se 12 anni siano pochi, ma è già qualcosa.E’ giusto che nessun omicidio rimanga impunito