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Cronaca

«Cani avvelenati, Glorioso ci sei?» Marcia e sit in davanti al Comune

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Qualche settimana fa l’avvelenamento di Miele e Nerone. Poi le polemiche sull’indifferenza del Comune e dei vigili urbani. Ora la manifestazione, che ha richiamato gruppi animalisti anche di fuori provincia.

 

di Vittorio Fiorenza

L’avvelenamento di Miele e Nerone, due cani randagi che vivevano nella zona Vigne di Biancavilla, ha mosso tutte le associazioni animaliste. Una marcia è partita da viale dei Fiori, con sosta in piazza Sgriccio, per poi concludersi con un sit in, davanti al palazzo comunale. Non era mai accaduto nel centro etneo, ma «la continua ed ostinata insensibilità del Comune su precise prescrizioni di legge è ormai intollerabile».

Gruppi e associazioni animaliste di ogni parte della provincia e qualcuna proveniente da Siracusa si sono, quindi, riunite in una manifestazione pacifica per protesta contro l’amministrazione Glorioso. Le varie sigle che hanno animato il corteo hanno lamentato nei confronti del Comune il mancato rispetto delle normative in materia di randagismo e rispetto degli animali. “Sindaco Glorioso dove sei?”, hanno scandito i megafoni durante tutto il percorso.

Non è la prima volta che il primo cittadino e la sua Giunta siano al centro delle proteste dei gruppi animalisti, a cominciare dalla Lega Antivivisezione, che da anni denuncia «innumerevoli e ripetuti episodi di mancati soccorsi agli animali o alla mancata applicazione delle leggi su sterilizzazione e microchippature dei cani».

L’ultimo episodio ha riguardato l’avvelenamento, qualche settimana fa, dei due cani. Miele è morta, mentre Nerone si è salvato. Chi si è rivolto alla polizia municipale ha dovuto attendere ore -questo sostiene la Lav- perché arrivassero i soccorsi. Ore di terribile agonia per la povera bestiola, ora fuori pericolo. Un episodio che ha ancora una volta ha acceso i riflettori sul Comune, sulla gestione amministrativa e sull’efficacia degli interventi dovuti per legge in tema di tutela degli animali.

Alla manifestazione, oltre alla Lav, hanno aderito l’Enpa, gli Animalisti italiani, la Protezione animali e natura, le Aristogatte, l’Abea Onlus, la Casa di Peggy, la Lal, la Lida, L’altra zampa. In prima fila anche i volontari della Gepa di Biancavilla: anche loro avevano segnalato ai vigili urbani il ritrovamento dei due cani alle Vigne. Ha partecipato pure Giovanni Rosto, gestore di un canile. Né il sindaco né alcun rappresentante dell’amministrazione era presente. Unico contatto avuto con i manifestanti è stato quello dell’isp. Alfio Greco. Al telefono con la responsabile Lav, Angelica Petrina, anche il comandante Vincenzo Lanaia. Colloqui relativi soltanto alle comunicazioni burocratiche sull’organizzazione della manifestazione.

Al momento nessuna spiegazione, invece, sulle ragioni del lungo ritardo nell’intervento dei vigili urbani sui due cani avvelenati. Nei giorni scorsi, sindaco ed assessore al Randagismo, Luigi D’Asero, avevano fatto sapere di avere chiesto una relazione sull’accaduto alla polizia municipale. Le associazioni animaliste attendono di sapere i dettagli.

«Non conosciamo ancora -aveva specificato Petrina della Lav- l’identità dell’avvelenatore, ma conosciamo quella di chi ha lasciato agonizzare Nerone in strada in preda alle convulsioni per ben quattro ore. Tanto hanno impiegato i vigili urbani a chiamare i soccorsi. Dovevano fare solo una telefonata. Quale sarà la loro giustificazione questa volta?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. Dino

    23 Gennaio 2018 at 12:03

    Se fosse morta ammazzata una persona tutto questo sarebbe successo? Per protestare e manifestare contro il governo e le sue tasse ingiuste, poliche sciagurate ammazza italiani etc..sarebbe mai nata una cosa cosi’? Questa e’ la civilta’ “moderna” ..Falsi, Ipocriti, nullafacenti, servili, andate a lavorare o trovatevi un miglior passatempo per gratificare le vostre vite.

  2. Alba

    21 Gennaio 2018 at 16:42

    I vigili urbani sono in giro tutto il giorno con le macchine a spese dei cittadini…il sindaco è inesistente come il comune…o chi ne fa parte…chi esce la mattina presto o rientra tardi la sera deve fare i conti con i cani in branco…dal comune nessuna foglia si muove se non prima ci scappa qualcuno sbranato o che muore…

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Cronaca

Prende a pugni la moglie fino a farla sanguinare: arrestato un 46enne

La vittima trova il coraggio di denunciare, intervento dei carabinieri per bloccare un albanese

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Pugni in testa e in faccia, fino a farla sanguinare. È l’ennesima storia di violenza contro una donna, a Biancavilla. Un 46enne di origini albanesi è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, ai danni della moglie 45enne.

La pattuglia è stata messa in allarme dalla vicina di casa della vittima. Sentendo delle urla, è uscita in strada e ha visto la donna che scappava con il volto pieno di sangue. Poco prima, infatti, la signora sarebbe stata aggredita dal marito che, tornato a casa ubriaco, dapprima avrebbe dato dei forti pugni al muro e poi se la sarebbe presa con lei.

La donna era in camera da letto e non avrebbe nemmeno compreso quali fossero le accuse mosse dal marito quando lui, invece, avrebbe iniziato a colpirla con pugni alla testa, tenendo un cellulare nelle mani.

Atti violenti pure all’ospedale

Quando i militari hanno raggiunto l’abitazione della vittima, un’ambulanza l’aveva già trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. I carabinieri, quindi, sono entrati in casa sua per comprendere cosa fosse accaduto. Tracce di sangue notate sulle pareti dell’ingresso, sulle lenzuola in camera da letto e anche su un cellulare rotto lasciato per terra. In cucina, invece, l’aggressore era riverso in terra, ubriaco. Per questo è stato richiesto l’intervento al 118.

All’ospedale cittadino, i medici hanno dovuto ricucire una ferita alla tempia della signora mentre l’uomo ha aggredito verbalmente i medici e i carabinieri, fino a scagliarsi contro questi ultimi e colpendone uno con una manata al petto.

Bloccato e messo in sicurezza, i medici hanno potuto medicarlo, mentre la donna, dimessa, ha deciso di denunciarlo, raccontando la serie di vessazioni e angherie che avrebbe subito nel corso del loro matrimonio e decidendo di trasferirsi a casa di suo fratello. Il 46 enne è stato, perciò, arrestato e collocato ai domiciliari, in un’abitazione diversa da quella coniugale.

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