In città
“Il voto di scambio politico-mafioso” nel saggio di Leccese e Giarrusso
“Il voto di scambio politico-mafioso”. Presentato al Jazz musica club di Biancavilla il libro di Andrea Leccese e Michele Giarrusso, pubblicato da Armando Editore. Un incontro che ha visto, oltre alla presenza del senatore del Movimento 5 Stelle, anche il contributo dell’avv. Pilar Castiglia.
Il libro vuole essere un’esegesi della norma rivolta a chiunque, non solo ai politici, ai giuristi o ai lettori de “Il Sole 24 ore”, ma anche all’operaio e alla casalinga. A tutti. I cittadini devono essere consapevoli e informati dei danni provocati alla società dalla cattiva politica al servizio delle mafie. La società civile va messa in guardia, perché possa esercitare una pressione più incisiva di quella dei poteri forti.
Mario Giarrusso ha dedicato tutto il suo impegno nella lotta alle mafie, intervenendo con forza, nell’aula del Senato, sulla discussione che riguardava la norma sullo scambio politico-mafioso, tema centrale di questo saggio.
«Non c’è dubbio, non ce ne sarà in futuro e non c’è ne è adesso (e non ce l’hanno, fuori, neanche i cittadini di questo Paese) che questo dibattito, che è stato svolto in quest’Aula in questi giorni e nelle scorse settimane al Senato, è la prova, la dimostrazione, di tutte le ragioni per le quali noi non siamo riusciti a sconfiggere la mafia […] Adesso si cominciano a risvegliare: eh certo, dice qualcuno, bisogna aumentare le pene, però questa normativa la dobbiamo approvare. Ma perché? Perché la dobbiamo approvare, se sappiamo già che è sbagliata? Sganciare il voto di scambio dalla sanzione dell’associazione mafiosa vuol dire separare queste due fattispecie, colpire al cuore l’evoluzione giurisprudenziale che si è formata in questo punto e colpire l’idea che presiedeva all’articolo 416-ter vigente che era di Giovanni Falcone».
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In città
Nella chiesa del Purgatorio evento ispirato ai “nannareddi” della Civita
Uno spettacolo-recital con Carmelo Zuccaro organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi
Un’atmosfera carica di emozione nella Chiesa del Purgatorio di Biancavilla, dove si è tenuto il concerto di Natale “a bona nova”. Lo spettacolo-recital, organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi, ha rievocato musiche, canti, poesie e litanie della novena natalizia tradizionale siciliana, cantata da suonatori e poeti di inizio Novecento nei quartieri di Catania, dove venivano chiamati “nannareddi”, e di tutte le città della Sicilia.
Un evento che è ispirato dai ricordi d’infanzia di Carmelo Zuccaro, che nel quartiere catanese della “Civita” ascoltava direttamente dai “nannareddi” musiche, canti e recitativo, ed arricchito dalle testimonianze degli anziani dello stesso quartiere. Proprio a loro si deve il recupero dei contenuti di questo antico racconto, che rievoca atmosfere e tradizioni di epoche ormai scomparse ma che riescono ancora ad affascinare e coinvolgere il pubblico.
Uno spettacolo impreziosito dal suono finale della “ciaramella” ed animato dallo stesso Zuccaro, nel ruolo di cantaturi. Con lui: Giorgio Maltese al violino, friscalettu, mandolino e ciaramedda, Mimmo Aiola alla chitarra e Savì Manna, poeta.
Prima del concerto, una messa celebrata dall’assistente spirituale della confraternita, don Pino Salerno, in memoria dei confrati defunti. Speciale ricordo per Gianmarco Rapisarda, prematuramente scomparso nell’ottobre scorso. Conclusioni affidate al governatore dell’arciconfraternita, Agostino Sangiorgio, per i saluti e gli auguri.
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