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In città

Nassiriya, il comandante Covetti ricorda il mar. Bruno a Biancavilla

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di Alessandro Rapisarda

La strage di Nassiriya, una ferita ancora aperta. «Sono passati 14 anni da quel tragico giorno della nostra recente storia, divenuto per volere parlamentare “giornata della memoria per i caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”».

È quanto si legge in una nota della sala stampa del comando provinciale dei carabinieri di Catania, nel giorno del ricordo della strage di Nassiriya. Tra le vittime pure il catanese Horacio Majorana e Massimiliano Bruno, originario di Bologna, ma sepolto al cimitero di Biancavilla per volere della moglie, una licodiese che Bruno aveva conosciuto negli anni di servizio prestati presso la caserma di Biancavilla.

«Quest’anno –prosegue la nota– le nostre vittime, “ambasciatori di pace”, sono state ricordate dal Comandante Provinciale dei Carabinieri di Catania, Colonnello Raffaele Covetti, che alla presenza dei familiari dei caduti, ha voluto far visita ai cimiteri di Catania e Biancavilla per rendere onore a due delle eroiche vittime, l’Appuntato Horacio Majorana e il Maresciallo Aiutante Massimiliano Bruno, deponendo sulle loro lapidi due cuscini di fiori a nome di tutta l’Arma dei Carabinieri».

Le cerimonie, che hanno registrato la presenza delle autorità civili e militari, hanno avuto il loro momento di commozione quando sono state benedette le tombe dei due caduti e quando è stata recitata la “Preghiera del Carabiniere”.

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In città

Nella chiesa del Purgatorio evento ispirato ai “nannareddi” della Civita

Uno spettacolo-recital con Carmelo Zuccaro organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi

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Un’atmosfera carica di emozione nella Chiesa del Purgatorio di Biancavilla, dove si è tenuto il concerto di Natale “a bona nova”. Lo spettacolo-recital, organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi, ha rievocato musiche, canti, poesie e litanie della novena natalizia tradizionale siciliana, cantata da suonatori e poeti di inizio Novecento nei quartieri di Catania, dove venivano chiamati “nannareddi”, e di tutte le città della Sicilia.

Un evento che è ispirato dai ricordi d’infanzia di Carmelo Zuccaro, che nel quartiere catanese della “Civita” ascoltava direttamente dai “nannareddi” musiche, canti e recitativo, ed arricchito dalle testimonianze degli anziani dello stesso quartiere. Proprio a loro si deve il recupero dei contenuti di questo antico racconto, che rievoca atmosfere e tradizioni di epoche ormai scomparse ma che riescono ancora ad affascinare e coinvolgere il pubblico.

Uno spettacolo impreziosito dal suono finale della “ciaramella” ed animato dallo stesso Zuccaro, nel ruolo di cantaturi. Con lui: Giorgio Maltese al violino, friscalettu, mandolino e ciaramedda, Mimmo Aiola alla chitarra e Savì Manna, poeta.

Prima del concerto, una messa celebrata dall’assistente spirituale della confraternita, don Pino Salerno, in memoria dei confrati defunti. Speciale ricordo per Gianmarco Rapisarda, prematuramente scomparso nell’ottobre scorso. Conclusioni affidate al governatore dell’arciconfraternita, Agostino Sangiorgio, per i saluti e gli auguri.

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