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Editoriali

Parcheggiatori abusivi e vigili urbani, una pacifica “convivenza” al cimitero

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A tanti sarà capitato di andare in questi giorni al cimitero di Biancavilla e vedere quello che tutti non hanno potuto fare a meno di notare. Parcheggiatori abusivi in via della Montagna con marsupio alla cinta pronti a chiederti 50 centesimi o un euro per la sosta dell’auto. Si tratta di una cosa odiosa: tutti siamo d’accordo. Ma ci chiediamo per quale motivo la loro presenza debba costituire una sorta di pacifica convivenza con la polizia municipale.

Non è pensabile, infatti, che i vigili urbani non si accorgano di ciò che ogni biancavillese ha visto. Perché allora lasciano correre e non intervengono per ripristinare le condizioni minime di legalità e di decenza? Immaginiamo che il sindaco, gli assessori e i consiglieri ci vadano al cimitero per andare dai propri cari defunti. Perché nessuno alza un dito e non compie il proprio dovere di amministratore che –innanzitutto– è quello di garantire la legalità e fare rispettare la legge?

Su questi temi, anni di “lasciar fare” hanno determinato un’assuefazione pericolosissima per i canoni della convivenza civile. Il concetto di autorità cittadina, qui, andrebbe rifondato e ricostruito pezzo dopo pezzo: dovrebbe essere il primo punto del programma del sindaco che verrà.

Non solo parcheggiatori abusivi. Siamo sicuri, poi, che tutti i venditori di fiori siano autorizzati e abbiano il diritto di commercializzare in maniera libera, peraltro ai danni e nella beffa dei venditori veri?

Ma perché le regole elementari a Biancavilla vengono calpestate e coloro che hanno il compito di vigilare e sanzionare chiudono gli occhi? C’è un governo cittadino a Biancavilla oppure questa città va considerata zona franca e terra di nessuno in cui si possono violare sistematicamente le regole basilari e niente accade?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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2 Commenti

2 Commenti

  1. M. ZAMMATARO

    8 Novembre 2017 at 13:32

    E’ vergognoso. Il comandante dei vigili urbani faccia un favore alla collettività dimettendosi.
    Come al solito certi personaggi in divisa sanno fare i forti solo con le persone perbene; con gli altri tremano di paura.

  2. alfredo bonaccorsi

    2 Novembre 2017 at 17:15

    ieri mattina tornando dal cimitero in macchina mi trovavo dove ha il vivaio Mursia naturalmente visto che quella specie di parcheggiatori facevano sostare da entrambi i lati e la strada va a stringersi si e combinato un vero caos.dopo circa un venti minuti finalmente arrivano 2 vigili,1 vigilessa a cui solo xche ho detto che dovevano intervenire prima,mi ha risposto farmi i cavoli miei e perche non allacciata la cintura di sicurezza.(vorrei sapere quanti ne ha controllato se avevano la cintura )

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Editoriali

Europee, snobbata piazza Roma: la politica va in sale festa e case private

I biancavillesi chiamati al voto sono 18.865, ignari di una campagna elettorale svolta tra intimi

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Macché politica di piazza. Altro che politica tra la gente. A Biancavilla, la campagna elettorale per le Europee ha snobbato il cuore della città. Ai piedi del campanile di Carlo Sada – da oltre un secolo faro e testimone della partecipazione democratica – nessun comizio e nessun passaggio di candidati.

Eppure, buona parte delle forze politiche si sono mosse, invitando ed accogliendo diversi aspiranti europarlamentari. Lo hanno fatto, però, tra intimi e portatori di voti, riuniti in sale festa, ville, ristoranti e residenze private. Già, persino abitazioni per fare campagna elettorale.

A Biancavilla si sono visti (in ordine casuale): Marco Falcone, Giuseppe Lupo, Ruggero Razza, Giuseppe Antoci, Massimiliano Giammusso, Antonio Nicita…

Cosa hanno detto, fatto, promesso, denunciato? Non è dato saperlo. Nessun invito ai giornalisti, nessun comunicato stampa.

I biancavillesi chiamati alle urne sono 18.865 (cioè 9070 donne e 9795 uomini). Ignari di una campagna elettorale “privata”, rivolta alle truppe dei partiti e delle correnti di partito. Una campagna staccata dai cittadini. In lontananza, l’immancabile e inconfondibile voce di Alfio Petralia, amplificata dal megafono attaccato alla sua Fiat 500, sembra un’eco proveniente da un passato che assume i toni della malinconia.

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