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Il custode morso dal cane randagio, la Lav pone una domanda a Glorioso

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Angelica Petrina e i cani affidatele dal Comune a costo zero

L’INTERVENTO. L’episodio di aggressione di un randagio all’interno del cimitero. I vertici dell’associazione animalista si rivolgono al sindaco: «Metta di lato l’orgoglio, ci vuole un piano serio e concreto di lotta al randagismo».

 

di Angelica Petrina

Responsabile provinciale Lav

Non conosciamo l’animale in questione, ma ci dicono sia di razza, quindi un cane abbandonato. È tremendo quello che è accaduto, sia per il custode che per l’animale che ora rischia il linciaggio o l’avvelenamento. Ci auguriamo che l’amministrazione si preoccupi anche di lui, vittima della bestia che lo ha lasciato per strada.

Per quanto ci riguarda, nonostante i bastoni tra le ruote che l’amministrazione ci pone, continuiamo il nostro lavoro sul territorio, anche se con grandissima difficoltà.

Ci auguriamo a questo punto di essere convocati ufficialmente per mettere mano ad un piano serio e concreto di lotta al randagismo e controllo del territorio. Senza un programma, il Comune non risolverà il problema e butterà via i soldi dei cittadini.

LEGGI L’ARTICOLO

Aggredito da un cane randagio, dipendente riporta ferite

Una domanda vorrei porgere al sindaco, però. Magari, posta in pubblico, ci risponderà.

Perché quando Lav Catania segnala (per iscritto) a lui ed ai suoi uffici cagne da sterilizzare, che si fanno avvicinare dalla sottoscritta (che ha tutti i requisiti ed i titoli per farlo) -facendo risparmiare l’accalappiamento alle casse comunali– le cagne vengono lasciate a partorire in strada?

Sindaco, anche se vi abbiamo denunciati, non deve dimenticare che il dovere viene prima dell’orgoglio. Noi lo mettiamo da parte ogni volta che un animale è in difficoltà. Lei ci provi pure.

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L'Intervento

«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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