Cronaca
Macché ketchup italiano, era turco Nei guai supermercato di Biancavilla

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, unitamente ai Funzionari della locale Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, hanno sequestrato, nei giorni scorsi, un carico di 3.000 fusti di salsa di pomodoro proveniente dalla Turchia, con etichettatura tale da far credere che il prodotto fosse di origine italiana.
Nell’ambito dei servizi di vigilanza doganale e a contrasto delle frodi alimentari, ulteriormente intensificati anche per incrementare il dispositivo di sicurezza dell’area portuale, i finanzieri del Gruppo di Catania, unitamente al personale dell’Agenzia delle Dogane, hanno sviluppato un’accurata analisi di rischio sulle merci in transito presso lo scalo etneo finalizzata all’individuazione di trasporti sensibili da sottoporre a controllo per verificare sia il corretto assolvimento degli obblighi doganali che la regolarità delle merci movimentate.
L’attività -come si legge in un comunicato stampa delle Fiamme Gialle- ha portato a controllare una spedizione sospetta di ketchup già confezionato con i dati identificativi della società importatrice, un supermercato di Biancavilla.
L’apertura del container ha fatto scoprire che i recipienti da 5 kg di salsa con etichetta “senza glutine”, già pronti per la vendita all’ingrosso agli operatori del settore della ristorazione, non solo erano sprovvisti delle indicazioni di legge sulla qualità e origine del prodotto, ma riportavano immagini, quali la “Trinacria” e la Sicilia, tali da indurre il consumatore finale a credere che il prodotto fosse “made in Italy”.
Al termine del controllo doganale, la merce è stata sottoposta a sequestro penale e il rappresentante legale della società è stato denunciato alla Procura della Repubblica per il commercio di prodotti industriali con mendaci segni di origine.
La Procura della Repubblica di Catania, nel condividere le violazioni accertate dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane, ha convalidato il sequestro e quindi ordinato, a spese dell’importatore, ai fini della loro restituzione, la regolarizzazione di tali prodotti alimentari alle vigenti norme a tutela del consumatore e del mercato.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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