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Cronaca

Centro di compostaggio chiuso? Allarme (infondato) di Glorioso

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di VITTORIO FIORENZA

Un timore del tutto infondato. Non c’è stato nessun disservizio. Sabato mattina, Biancavilla ha potuto conferire regolarmente 5800 kg di frazione organica nella piattaforma della zona industriale di Catania.

L’allarme era stato lanciato venerdì pomeriggio dal sindaco Giuseppe Glorioso. In un comunicato, si dava notizia della chiusura per i giorni seguenti del centro di compostaggio. «Un inaccettabile danno, la Regione ci dica dove dobbiamo conferire i rifiuti», aveva detto il primo cittadino, ripreso da diverse testate giornalistiche. In realtà, la piattaforma gestita dalla Sc Recycling, sabato mattina era aperta, quantomeno per i carichi provenienti dal Comune di Biancavilla (temporanei disservizi c’erano stati il 18 e 19 luglio). Che fosse aperta –come Biancavilla Oggi ha avuto facilmente modo di verificare– lo si sapeva già qualche ora prima del comunicato diramato dal sindaco.

La società catanese, infatti, aveva inoltrato una precisa email, di cui abbiamo copia: «Vi comunichiamo che i Vs. giorni di conferimento, restano invariati; pertanto non tenete conto della email in cui diamo comunicazione della provvisoria chiusura dell’impianto». Comunicazione che, però, non sarebbe stata letta all’Ufficio tecnico del Comune. Da qui, l’allarme. Di fatto infondato.

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Cronaca

Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne

Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

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Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.

I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.

Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.

I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.

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Cronaca

Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione

Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

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Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.

Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).

L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.

Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.

Morbosità su WhatsApp e Messenger

La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.

Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.

Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.

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DOSSIER MAFIA

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Direttore responsabile: Vittorio Fiorenza

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