Cronaca
Mangime rubato al canile di Adrano Denunciato un 47enne di Biancavilla


di Vittorio Fiorenza
Un commerciante di 47 anni di Biancavilla è finito nei guai con una denuncia a piede libero per il reato di ricettazione. Gli agenti del commissariato di Adrano e i colleghi della polizia provinciale di Catania hanno trovato in un suo deposito, adibito alla vendita di motori per auto, oltre 5 kg di mangime per cani.
Secondo i poliziotti si tratterebbe di una parte di un lotto di modeste quantità rubato dal canile gestito dalla società “Nova Entra”, a sud di Adrano.
Le indagini sono scattate dopo una denuncia per furto presentata dai gestori del canile, che attualmente ospita 253 randagi provenienti da vari comuni dell’area etnea.
La visione delle immagini del sistema di videosorveglianza presente nella struttura ha permesso agli agenti di ricostruire l’accaduto.
Verifiche successive hanno indirizzati i poliziotti alla periferia di Biancavilla, nel deposito ad uso del commerciante, dove effettivamente è stata trovata parte del mangime trafugato. Per i poliziotti, il biancavillese 47enne sarebbe il ricettatore. Le indagini continuano per risalire agli autori effettivi del furto.
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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maria
17 Luglio 2016 at 17:16
ma che vergogna, adesso anche i mangimi per cani randagi rubano, la gente non sa più che inventarsi, ma in che razza di società viviamo??ma che gente esiste?scioccata, senza parole