Storie
Lo sfogo in rime di Domenico Chisari «Ho 15 anni, voglio diventare rapper»

«Il rap è il migliore sfogo che mi sia capitato», canta Domenico Chisari, in arte “Twenty21one”. Ha 15 anni, ma gioca già con le parole e le rime per farne rap da diffondere su Youtube.
La sua idea di questo genere musicale? In uno dei suoi pezzi, mette subito le mani avanti contro la deriva commerciale che ha offuscato l’anima ribelle e di denuncia: «Fai rap solo per avere soldi a palate, al massimo per avere troiette arrapate, ma poi le tue canzoni verranno dimenticate».
Per questo, Domenico, specifica a Biancavilla Oggi di non ispirarsi «a nessun altro rapper, anzi io ho un stile tutto mio». E vuole continuare su questa strada.
«Mi sono appassionato al rap all’età di 12 anni, ascoltando rapper italiani di tutti i generi, più passavano gli anni e più ero attratto da questa passione, ormai fare il rapper è diventato un sogno».
E in questo progetto, non è solo: «Io non vivo una vita facile perché ho passato tantissimi periodi brutti, ma per fortuna c’è stata sempre mia madre e mio padre a sostenermi. I miei testi, per me, sono come una sorte di sfogo per far capire alla gente di cosa è fatta la mia vita. Io metterò tutti i mezzi per andare avanti e per farmi conoscere di più ad un pubblico sempre più vasto».
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Storie
Esuberante, ironica e anticonformista: “zia” Franca Calaciura compie cent’anni
Tra le prime donne di Biancavilla ad avere preso la patente di guida, fu volontaria Unitalsi e al “Cenacolo”

Cento candeline per la biancavillese Franca Calaciura. «Una donna al servizio degli ultimi», come lei stessa ama dire di sé. Trent’anni passati da volontaria all’Unitalsi, oltre all’incarico di vicedirettrice del “Cenacolo Cristo Re”, fondato da mons. Giosue Calaciura, con il quale c’era un rapporto di parentela.
Un compleanno speciale per “zia Franca”, attorniata dall’affetto di 40 tra nipoti e pronipoti. Un traguardo festeggiato nella sua parrocchia dell’Idria, dove ha partecipato alla messa, presieduta da padre Giovambattista Zappalà. E poi a Villa delle Favare per un momento voluto dall’amministrazione comunale.
Carattere vivace, allegro ed esuberante, quello della “signorina” Calaciura. Dopo aver frequentato la scuola elementare a Biancavilla, inizia la scuola media ad Adrano, viaggiando in carrozza con i compagni. Il padre, che teneva molto all’istruzione ed all’educazione dei figli, dopo l’ennesima marachella da “maschiaccio”, la manda in collegio ad Acireale. Qui proseguirà gli studi fino alla licenza liceale, ma la vita collegiale non spegne la sua vivacità.
Studia Medicina all’Università di Catania, ma irrompe la guerra. Pur non arrivando alla laurea, si occupa di tutti i malati in famiglia e fuori casa. Si appassiona all’arte del cucito. Disegna, crea e realizza modelli di abiti da sera per se stessa, per la sorella e poi anche per le nipoti. Confeziona abiti per cerimonie e vestiti di Carnevale per i bambini.
Bella ed elegante, ammirata e corteggiata da molti, Franca è intelligente ed eclettica, vagamente anticonformista, al punto da guidare un’auto. Tutti la cercano, soprattutto nelle feste: «Se c’è Franca, il divertimento è assicurato».
Il sindaco Antonio Bonanno ha voluto accoglierla in fascia tricolore. «Mi ha raccontato – dice il primo cittadino – di essere stata una delle prime donne biancavillesi ad avere preso la patente. Lucida, ironica, tenerissima, da brava cuoca ricorda ancora le ricette con le quali ha deliziato negli anni i propri familiari. E quando non era ai fornelli, era lei che cuciva i vestiti della festa per parenti e amici. A questa donna speciale che custodisce ancora una carica umana straordinaria ho donato il più caloroso tra gli abbracci. Auguri “zia Franca”, orgoglio e vanto di tutta la città di Biancavilla».

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