Cronaca
Abitazione devastata dalle fiamme Scene drammatiche in via Romania


Un violento incendio ha distrutto un intero edificio e un’auto che era parcheggiata affianco. Sul posto, diversi mezzi e squadre dei vigili del fuoco. Tutto il quartiere in strada.
di Vittorio Fiorenza
Quando sono arrivati i primi soccorsi sembrava paventarsi una tragedia e sul posto sono state fatte confluire diverse ambulanze del 118. Allertato pure l’elisoccorso del “Cannizzaro”. Un’intera abitazione, a Biancavilla, è stata divorata dalle fiamme. Si è temuto che all’interno ci fossero persone, ma per fortuna i proprietari hanno avuto il tempo di uscire in tempo. Via Romania, angolo con via Unione Sovietica. Scene drammatiche per un grosso incendio, che ha allarmato e riversato un intero quartiere in strada.
La violenza del fuoco si è sprigionata in pochi minuti e, partita dal piano terra, ha avvolto l’intera abitazione, fino al primo piano e al piano superiore adibito a terrazza. Ad andare completamente distrutta anche una Fiat Punto che era parcheggiata affianco alla casa. L’intero edificio è inagibile ed è probabile che debba essere completamente abbattuto.
L’incendio forse ha avuto origine da un materasso, ma all’interno del garage sembra fossero presenti dei contenitori con notevole quantità di nafta agricola, tale da spiegare la persistenza e la violenza del fuoco.
Al piano terra era presente una donna con sua figlia. È stata lei per prima a dare l’allarme e ad avvertire i suoceri che si trovavano al primo piano. Un ritardo di pochi minuti ancora e sarebbe stata una tragedia. Alla vista della casa devastata, la signora, sotto choc, ha dovuto ricevere le cure del personale medico del 118 e poi trasportata per precauzione all’ospedale di Biancavilla.
Sul posto, diverse squadre e mezzi di vigili del fuoco provenienti da Adrano e da Catania, un’autobotte dell’associazione di protezione civile di Biancavilla, oltre a carabinieri, polizia municipale e personale del Comune. Tra i primi ad intervenire, pure un idraulico che ha pensato tempestivamente di chiudere le condotte del gas delle abitazioni vicine.
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Cronaca
Camion rubato a Biancavilla per l’assalto in banca del clan Santangelo
Dalle carte del blitz “Adrano libera”, emergono i retroscena del furto di un veicolo nel 2017


di VITTORIO FIORENZA
Un camion rubato a Biancavilla. Un furto dietro al quale non c’erano ladruncoli di provincia. Ma –si scopre adesso– gli uomini del clan Santangelo-Taccuni di Adrano, in primis il boss Gianni Santangelo.
L’episodio criminale è accaduto in via Stati Uniti d’America e i retroscena emergono ora dall’inchiesta “Adrano libera”, che ha colpito i Santangelo-Taccuni. Sono 36 le persone indagate, di cui 33 arrestate o raggiunte da provvedimento cautelare in carcere, dove si trovavano già per altre cause. I reati contestati –su indagini del commissariato di polizia di Adrano e della Squadra mobile di Catania– sono di associazione mafiosa, traffico di droga e furti.
Dalla lettura delle 464 pagine dell’ordinanza applicativa delle misure cautelari, a firma del giudice Giovanni Cariolo, Biancavilla Oggi nota come a sei indagati venga attribuito anche –nella più complessa impalcatura accusatoria– il furto del camion. Il fatto è avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2017, a Biancavilla. Il giorno dopo, un secondo furto – questa volta nel deposito di una ditta di Santa Maria di Licodia – di un mini escavatore, caricato sull’autocarro.
Tutti preparativi –rivelano adesso gli inquirenti– per il colpo più importante messo a segno alcuni giorni. L’assalto al “Credem”, istituto bancario di via San Pietro ad Adrano. Il gruppo criminale, con l’ausilio del mini escavatore (trasportato sul camion “prelevato” a Biancavilla), aveva scardinato lo sportello Atm, portandolo via su un’auto furgonata e facendo perdere le tracce. Bottino: quasi 25mila euro.
Bottino destinato all’acquisto di droga
La Procura di Catania contesta questi specifici fatti al boss Gianni Santangelo e a Antonino Bulla, Vincenzo Bulla, Salvatore Foti, Roberto Leonardi e Toni Ugo Scarvaglieri.
Il denaro dell’Atm sarebbe stato destinato –svelano ancora gli inquirenti– all’acquisto di partite di droga. Il clan, infatti, gestiva importanti piazze di spaccio. Ma aveva contatti per l’approvvigionamento degli stupefacenti nelle province di Varese e Como e pure in Calabria e Albania.
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