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Cronaca

Due tentativi di furto in abitazione Ladri messi in fuga dai proprietari

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Via Gian Battista Vico in cui si è verificato uno dei due episodi

In meno di mezz’ora, due distinti episodi in via Castelli e in un cortile di via Gian Battista Vico. Ad agire sono stati in due, senza riuscire però a mettere a segno nessun colpo. Il racconto di una testimone a Biancavilla Oggi: «Mi sono affacciata e ho visto due intrusi nel nostro cortiletto…».

 

di Vittorio Fiorenza

Due intrusioni in casa. Due tentativi di furto falliti. L’uno a distanza di 20-30 minuti dall’altro. È successo a Biancavilla nella giornata di sabato, tra le 8.30 e le 9.00. Il primo episodio si è verificato in via Castelli. I ladri si sono introdotti in un’abitazione senza grandi difficoltà, forzando il portone di ingresso. Pensavano che non ci fosse nessuno, ma quando hanno notato presenze in casa si sono dati alla fuga.

Nell’arco di pochi minuti, analogo scenario in un cortiletto di via Gian Battista Vico, la strada che costeggia la linea ferrata, a poca distanza da via Castelli. Ecco perché si suppone che si tratti della stessa coppia di malviventi.

In questo caso, i due hanno notato uscire di casa due persone verso le 8.45 e, convinti di avere campo libero, sono riusciti ad aprire il cancello in ferro e ad entrare nel cortiletto interno. Qui hanno poi forzato pure la porta veneziana e avrebbero aperto quella con vetrata se non fossero stati notati da un’altra persona che stava in casa.

Ecco la testimonianza a Biancavilla Oggi della donna che ha notato i due intrusi: «Poco prima avevano suonato il campanello, ma io ero in bagno e pensando che fossero Testimoni di Geova non ho risposto. Ho sentito poi uno scatto strano della porta, mi sono affacciata e ho notato la presenza di un uomo all’interno del nostro cortiletto e un complice che stava vicino al cancello. Ho allertato mio marito, che ha fatto cenno di aprire la porta. Sono stati sorpresi, pensavano che in casa non ci fosse nessuno. Alla reazione di mio marito, uno di loro ha risposto “Tutto apposto, tutto apposto”, fuggendo via e dileguandosi tra le stradine. Quando mio marito è uscito in strada con un manico di scopa in mano, di loro non ha visto traccia. Si trattava non di ragazzini, ma di persone adulte, forse più che quarantenni, e non avevano accento straniero».

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Cronaca

Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro

Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»

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© Foto Biancavilla Oggi

Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.

Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.

La causa civile al Tribunale di Catania

Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.

Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.

Aperta la strada dell’indennizzo una tantum

Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.

«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.

«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».

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