Storie
È morto Alfio Galvagno, il devoto dell’Addolorata dallo sguardo mistico




Il devoto Alfio Galvagno e l’Addolorata in via Dottor Portale (Foto di Antonio Zappalà / Archivio Biancavilla Documenti)
Aveva 82 anni ed era diventato noto in una tappa della processione mattutina del Venerdì santo. Un momento commovente per quel suo intimo omaggio floreale alla Madonna, vicino al passaggio a livello di via Dottor Portale.
di Vittorio Fiorenza
Aspettava l’arrivo della statua della Madonna Addolorata, puntuale, ogni anno, nello stesso punto, quasi all’angolo tra via Dottor Portale ed il passaggio a livello, vicino il vecchio ospedale. Si presentava con due candele e due mazzi di fiori, rigorosamente calle e violacciocche.
Una volta fermo il simulacro, lui, con passo lento, si avvicinava, mentre la folla gli apriva il breve percorso e faceva calare un rispettoso silenzio.
Al cospetto della Madonna, il suo volto assumeva un’espressione mistica. Un trasporto emotivo profondissimo, il suo, senza che pronunciasse una parola. Poi, le delicate manovre dei portatori, facevano inchinare la statua e lui le porgeva l’omaggio floreale.
Alfio Galvagno, devotissimo dell’Addolorata, è morto all’età di 82 anni. Oggi si sono svolti i suoi funerali nella chiesa dell’Idria.
Quel suo intimo dialogo con la Madonna lo ha ripetuto per molti anni, fino a trasformare quel momento in una delle tappe più suggestive dell’intera processione nella mattina del Venerdì santo a Biancavilla.
«Quando cominciò a non essere più in buona salute, venne affiancato dalla figlia per l’omaggio floreale alla Madonna», ricorda Salvuccio Furnari, governatore dell’Arciconfraternita dei Bianchi, custode della statua dell’Addolorata.
«Negli ultimi anni, però, le sue condizioni non gli hanno consentito di essere presente ed è stato un momento che a tutti i devoti è mancato».
«Un momento –racconta ancora Furnari– che era atteso dai fedeli perché destava in una grande emozione. L’espressione e lo sguardo che assumeva il signor Galvagno in quel suo contatto con la Madonna non poteva non suscitare vera commozione in un’atmosfera di silenzio sacrale. Senz’altro uno dei momenti più significativi della lunga processione nella mattina del Venerdì santo. D’ora in poi, il passaggio da quel punto ci farà ricordare l’autentica ed intimissima devozione che nutriva il signor Galvagno per la nostra Madonna Addolorata».
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Storie
Maurizio Costanzo e il suo “sosia” Giuseppe Petralia di Biancavilla
Il ricordo di un incontro al Parioli: «Mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita»


Giuseppe Petralia è un giornalista di Biancavilla. La sua somiglianza con Maurizio Costanzo incuriosì lo stesso conduttore televisivo, al punto da volere salutare il collega dal palco del Parioli.
A ricordare quell’episodio è ora Petralia, da decenni collaboratore del quotidiano “La Sicilia” e corrispondente da Biancavilla negli anni ’70 e ‘80.
«La notizia della morte di Maurizio Costanzo – dice Petralia – mi è tanto dispiaciuta e reso triste. Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente come invitato alla trasmissione “Maurizio Costanzo Show” perché ero stato segnalato come suo sosia».
«Lei è il mio sosia, mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita», disse Costanzo a Petralia ad inizio di una puntata del suo programma su Canale 5.
«Dopo la trasmissione –ricorda ancora il giornalista biancavillese – ci siamo incontrati dietro al palco, dove Maurizio è stato nei miei confronti molto affabile e gentile. Quando mi ha salutato, mi ha detto “Se vieni a Roma, vienimi a trovare”. Purtroppo non ho potuto avere questa opportunità. Grazie amico e giornalista, riposa in pace».
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