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Cronaca

Bimba resta chiusa in auto per un guasto alla chiusura centralizzata

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finestrino-rotto

Immagine d’archivio

Disavventura nel viale Europa, all’angolo con via Tutte Grazie. Panico della mamma. Ma due passanti mandano in frantumi un finestrino e “liberano” la piccola.

 

di Vittorio Fiorenza

Un guasto improvviso alla chiusura centralizzata dell’auto e una bambina di nemmeno un anno d’età resta bloccata all’interno. Non riuscendo a sbloccare le chiusure, comprensibile la preoccupazione che assale la madre. Momenti di panico, la piccola comincia a piangere.

Così, due passanti, viste quelle scene, decidono di mandare in frantumi uno dei finestrini del veicolo. Pochi minuti e la disavventura si risolve con la bambina tornata tra le braccia amorevoli della mamma. Il fatto, come ha appreso Biancavilla Oggi, è successo nel viale Europa, all’angolo con via Tutte Grazie, nella parte sud del paese.

Sul posto sono intervenuti pure i carabinieri della stazione di Biancavilla. Una pattuglia, peraltro, si trovava non lontano da viale Europa e quindi il loro arrivo è stato immediato, rendendosi disponibili. Ma tutto era già stato risolto, al punto che non è stato necessario nemmeno relazionare.

I militari hanno appurato che non c’è stata nessuna disattenzione da parte del genitore. Si è trattato soltanto di un imprevisto tecnico con la chiusura centralizzata dell’auto. La donna non ha avuto nemmeno il tempo di prendere la piccola. Appena uscita dalla propria auto e chiuso lo sportello, si è accorta di non riuscire più ad aprire le portiere laterali.

Da qui, il panico e l’allarme che ha attirato l’attenzione di alcuni passanti. Qualcuno ha chiamato anche il 115 per chiedere l’intervento dei vigili del fuoco del distaccamento di Adrano. I pompieri in effetti sono usciti dalla loro sede, ma la sala operativa di Catania li ha fatti subito rientrare, dopo avere avuto comunicazione che la piccola era stata “liberata”, frantumando uno dei finestrini.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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