Cronaca
Auto rubata a Paternò pochi giorni fa: preso il ladro, nei guai il meccanico

Un adranita 59enne è stato denunciato per furto aggravato, mentre il meccanico biancavillese a cui ha affidato il mezzo è accusato di ricettazione. L’auto restituita al proprietario.
di Vittorio Fiorenza
Aveva rubato una Fiat Panda, lo scorso 16 dicembre, a Paternò. Adesso il veicolo è stato rintracciato a Biancavilla ed il presunto autore del furto stato individuato dai carabinieri. Si tratta di un pregiudicato di 59 anni, residente ad Adrano. Per lui è scattata una denuncia per il reato di furto aggravato.
A finire nei guai è stato pure il meccanico, un 42enne biancavillese, a cui era stata affidata l’auto, presumibilmente –ritengono i militari– per riciclare i pezzi ed effettuare la falsificazione dei numeri del telaio. Quest’ultimo non ha potuto evitare, quindi, una denuncia con l’accusa di ricettazione.
Il cerchio si è chiuso in maniera veloce, nel giro di pochi giorni dalla denuncia del furto della Fiat Panda, grazie ad una mirata attività investigativa dei carabinieri della stazione di Ragalna, ai quali la vittima si era rivolta dopo che aveva visto “sparire” la propria auto.
I militari hanno bloccato il meccanico mentre era alla guida del mezzo rubato nel viale Europa, a Biancavilla. Una volta effettuate le verifiche ed acquisite le dichiarazioni del meccanico, non è stato difficile risalire all’adranita che poche ore prima gli aveva consegnato l’auto.
Ultimo tassello del lavoro dei militari è stato quello di riconsegnare la Fiat Panda al legittimo proprietario.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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