Cronaca
«Perizia psichiatrica per Enza» Spuntano i referti delle violenze
Perizia chiesta dall’avv. Luigi Cuscunà, il legale della donna che ha confessato l’uccisione del marito, Alfio Longo, dopo anni di maltrattamenti. Vecchi referti medici acquisiti dall’ospedale di Biancavilla. Indagini verso la conclusione. Disposto il dissequestro della villetta.
di Vittorio Fiorenza
Enza Ingrassia, la 64enne di Biancavilla, che con un ciocco di legno uccise, a fine agosto, il marito Alfio Longo mentre dormiva, potrebbe essere sottoposta a perizia psichiatrica. La richiesta di un esame delle condizioni mentali della donna (oggi ai domiciliari presso la struttura assistenziale dell’“Opera Cenacolo Cristo Re”) è stata avanzata dal suo legale, l’avv. Luigi Cuscunà. In assenza di riscontri da parte dell’autorità giudiziaria, sarà effettuata una perizia di parte.
Enza Ingrassia, confessando l’omicidio, ha parlato di 40 anni di violenze e maltrattamenti subite dal marito. Si tenta di cercare adesso quali effetti le vessazioni abbiano avuto sulla sua psiche, fino a farla esplodere nel gesto estremo, dopo l’ennesima lite, quella notte, nella villetta di zona “Vigne”.
Il puzzle della vicenda è quasi del tutto completo. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore Raffaella Vinciguerra, potrebbero concludersi formalmente ad inizio dell’anno prossimo. In questi giorni, non a caso, la villetta sarà dissequestrata. La difesa della donna punta al rito abbreviato. Per questo, si tenta di riempire il fascicolo con quanti più atti possibili. Tra questi, alcuni referti medici del pronto soccorso dell’ospedale di Biancavilla che confermerebbero episodi di violenza subiti in anni passati dalla donna.
IL DOSSIER
►Tutti i dettagli e i retroscena del delitto che ha scosso Biancavilla
Proseguono in maniera parallela, poi, le indagini sul ritrovamento di armi (compresa una pistola risultata rubata) e marijuana nell’abitazione dei due coniugi. Nessuna contestazione al riguardo –va sottolineato– viene mossa ad Enza Ingrassia.
L’ipotesi è che l’occultamento delle armi e la presenza della piantagione illegale nel retro dell’abitazione fossero “favori” di Alfio Longo (incensurato e perfetto insospettabile) nei confronti di esponenti di ambienti loschi locali. Da qui, l’impegno di inquirenti e carabinieri per tentare di ricostruire eventuali legami, che potrebbero aprire altri squarci sul vivacissimo mondo criminale di Biancavilla.
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Cronaca
Chiuso il cerchio su una coppia di ladri di alcolici in cinque supermercati
Furti e rapine tra ottobre e novembre 2024: meticolose indagini dei carabinieri di Biancavilla
Cinque episodi di furti e rapine ai danni di supermercati di Biancavilla, Paternò e Misterbianco. Bottiglie di alcolici prelevati dagli scaffali, asportandone il dispositivo antitaccheggio, e portate via senza pagare. I responsabili sarebbero due adraniti, Vincenzo Bauso (classe 1977) e Alfio Branchina (classe 1992). Nei loro confronti, i carabinieri della stazione di Biancavilla ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania. A darne notizia, in un comunicato, è il procuratore Francesco Curcio.
I fatti a loro contestati risalgono tra ottobre e novembre 2024. Le denunce dei titolari degli esercizi commerciali hanno permesso ai militari di acquisire i filmati degli impianti di videosorveglianza per poi procedere al raffronto con alcune fotografie di possibili sospetti. Tra loro, anche i due indagati, già conosciuti per precedenti vicende giudiziarie.
Bauso e Branchina sono stati ripresi mentre sottraevano bottiglie di liquore, nascondendole sotto gli indumenti. In un’occasione, scoperti dalla vigilanza, avrebbero usato frasi intimidatorie per convincerli a farli allontanare. In un altro episodio, avrebbero schiaffeggiato l’addetto al box office del supermercato, provocandogli lesioni per 10 giorni di prognosi.
Le meticolose indagini dei militari della stazione di Biancavilla hanno raccolto tutti gli elementi, consentendo al pubblico ministero di chiudere il caso ed ottenere dal Gip il provvedimento di custodia cautelare. Ordine eseguito dai militari, trasferendo i due indagati nel carcere catanese di piazza Lanza.
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