Cronaca
Anziano trovato morto in campagna: stroncato da un malore improvviso

di VITTORIO FIORENZA
Non c’è stato nulla da fare. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, il medico ha potuto constatare soltanto la morte dell’uomo. Un 76enne di Biancavilla ha perso la vita per cause naturali mentre stava lavorando nella campagna di sua proprietà, appena qualche chilometro a sud del paese, percorrendo la strada che da via Inessa e dal quartiere “Fontana vecchia” scende in direzione di Piano Rinazze.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, a dare l’allarme è stato il figlio dell’anziano. In casa, preoccupata per il suo mancato ritorno dalla campagna ben oltre l’orario previsto, la moglie del 76enne ha chiesto al figlio di recarsi nel fondo agricolo vicino al paese per capire cosa fosse successo.
Una volta arrivato sul posto, i cattivi presentimenti si sono tramutati in un’amara realtà. C’è stato un primo tentativo di rianimare l’anziano, nella speranza che ancora ci fosse una possibilità di salvarlo. Poi, la telefonata al servizio d’emergenza del 118 e l’arrivo di un’ambulanza. Tutto si è rivelato inutile. Il personale sanitario ha allargato le braccia. Purtroppo, per l’uomo, i soccorsi non sono serviti a nulla. Sul posto, i militari dell’Arma e gli agenti della polizia municipale.
Di fronte all’evidenza, riscontrata dagli operatori sanitari, che la causa del decesso fosse riconducibile ad un malore, la salma è stata subito consegnata ai familiari, straziati da una perdita così improvvisa.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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