Cronaca
Anziano trovato morto in campagna: stroncato da un malore improvviso
di VITTORIO FIORENZA
Non c’è stato nulla da fare. Quando i soccorsi sono arrivati sul posto, il medico ha potuto constatare soltanto la morte dell’uomo. Un 76enne di Biancavilla ha perso la vita per cause naturali mentre stava lavorando nella campagna di sua proprietà, appena qualche chilometro a sud del paese, percorrendo la strada che da via Inessa e dal quartiere “Fontana vecchia” scende in direzione di Piano Rinazze.
Secondo quanto riferito dai carabinieri, a dare l’allarme è stato il figlio dell’anziano. In casa, preoccupata per il suo mancato ritorno dalla campagna ben oltre l’orario previsto, la moglie del 76enne ha chiesto al figlio di recarsi nel fondo agricolo vicino al paese per capire cosa fosse successo.
Una volta arrivato sul posto, i cattivi presentimenti si sono tramutati in un’amara realtà. C’è stato un primo tentativo di rianimare l’anziano, nella speranza che ancora ci fosse una possibilità di salvarlo. Poi, la telefonata al servizio d’emergenza del 118 e l’arrivo di un’ambulanza. Tutto si è rivelato inutile. Il personale sanitario ha allargato le braccia. Purtroppo, per l’uomo, i soccorsi non sono serviti a nulla. Sul posto, i militari dell’Arma e gli agenti della polizia municipale.
Di fronte all’evidenza, riscontrata dagli operatori sanitari, che la causa del decesso fosse riconducibile ad un malore, la salma è stata subito consegnata ai familiari, straziati da una perdita così improvvisa.
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Cronaca
Omicidio Andolfi, a Santangelo concessi i domiciliari dal Tribunale del Riesame
L’indagato esce dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e torna nella casa di Biancavilla, in attesa del processo
Salvatore Santangelo, accusato dell’omicidio di Antonio Andolfi, è uscito dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e si trova ai domiciliari, nella sua abitazione di Biancavilla. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Caltanissetta. Aassistito dagli avv. Fabrizio Siracusano e Giuseppe Milazzo, Santangelo torna a casa, quindi, dopo 6 mesi, in attesa del processo che dovrà chiarire i dettagli dell’uccisione del giovane 20enne.
«Una lite tra allevatori per questioni di pascolo», si era detto nell’immediatezza dei fatti, avvenuti nel luglio scorso in territorio di Centuripe. La vittima era stata trasportata con un furgoncino fino all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, dove i medici, però, avevano constatato il decesso a seguito di arma da fuoco. A guidare il mezzo, un suo amico e compagno di lavoro, che aveva messo i carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla sulle tracce di Santangelo. Anche il conducente era stato un bersaglio mancato dei colpi di pistola. Proprio per questo, a Santangelo viene contestato pure il reato di tentato omicidio.
Essendo i fatti avvenuti nelle campagne di Centuripe, titolare dell’inchiesta è la Procura di Enna con i sostituti Stefania Leonte e Massimiliano Muscio. Nel corso di questi ultimi mesi sono stati effettuati degli esami tecnici irripetibili. Il quadro indiziario sembra più chiaro, rispetto alle fasi iniziali delle indagini.
Sarà, comunque, il processo a carico di Santangelo (presso la Corte d’Assise di Caltanissetta in caso di rito ordinario) ad accertare l’esatta dinamica: dal diverbio all’inseguimento in auto. Ma anche i motivi che hanno portato l’uomo ad una scelta così estrema. In questo contesto, bisognerà ricostruire i rapporti e gli espisodi di contrasto, anche nell’arco degli anni, tra i soggetti coinvolti.
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