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Cronaca

Cappottano con l’auto a Rinazze: ricoverati in prognosi riservata

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Incidente lungo la Ss 121. Feriti due giovani di Centuripe, trasportati all’ospedale “Cannizzaro”. I carabinieri al lavoro per ricostruire la dinamica dell’accaduto.

 

di Vittorio Fiorenza

Una distrazione? L’alta velocità? Un colpo di sonno? O forse un malore? Tutti interrogativi che restano in piedi e che sono adesso al vaglio dei carabinieri, chiamati a ricostruire la dinamica dell’incidente nella zona di Piano Rinazze, a sud di Biancavilla.

Un’auto cappottata e gli occupanti, due giovani di Centuripe, ricoverati in prognosi riservata: questo il bilancio dell’ennesimo sinistro verificatosi nella notte lungo la Strada Statale 121, all’altezza del bivio per la Strada Provinciale 44.

Secondo una prima ricostruzione, l’auto, una Polo Volkswagen, stava procedendo lungo la Statale in direzione Adrano-Paternò, quando ad un certo punto il guidatore avrebbe perso il controllo, uscendo fuori strada e capottando. Un impatto violento per i due occupanti del veicolo, due centuripini di 32 e 33 anni.

Qualcuno, forse un passante, ha chiamato i soccorsi verso la mezzanotte. Sul posto i carabinieri della compagnia di Paternò e i vigili del fuoco del distaccamento di Adrano, che hanno operato per quasi tre ore, oltre a due ambulanze del servizio di 118.

Estratti dall’auto e sottoposti alle primissime cure, i due feriti sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, dove sono ricoverati in prognosi riservata per i diversi traumi riportati.

Per capire meglio cosa abbia causato l’incidente, i militari dell’Arma sono in attesa che i giovani possano riprendersi ed avere da loro stessi gli elementi per ricostruire la dinamica. Al momento non è nemmeno esclusa quindi l’ipotesi che possa essere stato coinvolto un secondo veicolo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cronaca

Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro

Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»

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© Foto Biancavilla Oggi

Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.

Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.

La causa civile al Tribunale di Catania

Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.

Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.

Aperta la strada dell’indennizzo una tantum

Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.

«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.

«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».

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