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Rapisarda: «Insulti e mancanza di classe, giudicheranno gli elettori»

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Premesso che avrei preferito non rispondere ai pesanti insulti che mi sono stati rivolti da alcuni ex compagni di partito, ho ritenuto opportuno, in rispetto dei miei numerosi elettori, fare un po’ di chiarezza su questa vicenda.

A differenza di chi mi ha citato, non intendo sollevare critiche o insulti scontati, ma mi limito a sottolineare la mancanza di riconoscimento e soprattutto di classe nei confronti di chi come me, anche se per un breve periodo, ha sostenuto quel partito offrendo il proprio contributo.

L’atteggiamento indelicato avuto verso di me è una riprova del vero motivo per cui ho deciso di allontanarmi dal partito non condividendo questo modo di fare politica basato su azioni mai propositive ma solo distruttive ed offensive verso chi non condivide le loro decisioni.

Questo ha indebolito il gruppo, favorendo l’allontanamento di diversi componenti. Non ultimo, resto amareggiata dal comportamento del mio ex è capogruppo e dei consiglieri che hanno assecondato tacitamente questo attacco nei miei confronti e del ruolo che ricopro con onore. Saranno gli elettori a decidere sul nostro operato.

Ricambio l’augurio rivoltomi con la voglia e la speranza di poter intraprendere un cammino più costruttivo.

VERONICA RAPISARDA, Consigliera Comunale di Biancavilla

 

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L'Intervento

«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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