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Un assessore al gruppo “CittAttiva”? Il Pd: «Va bene, a condizione che…»

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La sede del Pd di Biancavilla durante l’ultima campagna elettorale

Il Partito Democratico di Biancavilla, con riferimento all’intervista rilasciata dal sindaco Giuseppe Glorioso a “BiancavillaOggi”, ribadendo il pieno sostegno all’azione amministrativa del primo cittadino, interviene su alcune delle questioni politiche accennate.

«In primis –si legge nella nota del Pd– ritiene che l’appello lanciato da Glorioso giunga in una fase storica della nostra città in cui è certamente saggio e opportuno ridisegnare propositi e priorità allo scopo di meglio servire la nostra comunità e i cittadini. Sotto questo profilo ben venga la scelta di mettere al centro dell’azione di governo dei prossimi anni il riordino urbanistico, la problematica legata ai rifiuti nonché la – non meno importante – questione occupazionale. Né vanno dimenticate, tuttavia, le tematiche della bonifica da amianto, la questione legata al completamento del nuovo ospedale e – da ultimo ma non per importanza – la questione sicurezza. Si tratta di questioni che la nostra Città dovrà affrontare e risolvere per guardare con più serenità al futuro. In tale progetto un ruolo importante dovrà essere esercitato, oltre che dalle istituzioni, anche da quella parte sana di società civile che vorrà scommettersi per la costruzione una nuova società biancavillese».

Al di là delle grandi questioni, Glorioso si è soffermato anche sulla politica “corrente” e, incalzato da Biancavilla Oggi, ha disegnato le prossime mosse per una nuova giunta. Da questo punto di vista, il Pd specifica che, «nel rendere apprezzamento incondizionato per l’attività encomiabile in termini di impegno e di lavoro svolto sino ad ora dai propri rappresentanti in giunta (Bonanno e Furnari), nei prossimi giorni, si riserva di aprire un tavolo di discussione con tutti gli alleati, per consentire al primo cittadino l’apertura di una nuova fase di rilancio politico e di programmazione rispetto agli impegni assunti in campagna elettorale, diretta alla risoluzione delle problematiche innanzi accennate».

Altro capitolo riguarda l’annuncio del sindaco di volere coinvolgere anche il gruppo di “CittAttiva”, assegnandole un assessorato: «Va altresì detto –prosegue la nota– che, nonostante le prese di posizione del sindaco, il quale ha esplicitamente dichiarato che “non è detto che sarà il suo partito a cedere per primo un posto in Giunta”, il Pd manifesta perplessità sul coinvolgimento “incondizionato” del gruppo “CittAttiva”, a meno che questo non sia una esigenza dell’intera coalizione. In tal caso il partito si renderà disponibile a confrontarsi e – se necessario – a rivedere le proprie posizioni, facendo – tuttavia – salvo il principio secondo cui occorrerà “eguale” sacrificio di tutte le forze politiche che compongono la attuale maggioranza».

«Infine, in merito al “metodo inclusivo” lanciato dal primo cittadino e da sempre condiviso dal Pd, va detto e ribadito che ciò vuole dire confronto a trecentosessanta gradi con tutte le forze politiche “esistenti” in merito alla soluzione delle problematiche che riguardano la città. Si rassicurano, pertanto, le forze politiche esterne alla coalizione di maggioranza che ciò non significherà e non avrà mai ad oggetto inciuci o scambi di poltrone, ma un nuovo “patto con la cittadinanza” all’insegna della legalità e dello sviluppo».

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Biancavilla 2023, quei ragazzi di destra che hanno ribaltato la storia politica

Tre generazioni, uno scatto fotografico: dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani fino ad Atreju

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C’è uno scatto fotografico – in questa competizione elettorale di Biancavilla finita con il trionfo di Antonio Bonanno – che più di ogni altro racconta la svolta epocale dell’80%. È quello che vede, sul palco di piazza Roma, durante l’ultimo comizio, Vincenzo Giardina e Vincenzo Randazzo con al centro Bonanno. È uno scatto, fatto casualmente tra decine di tanti altri. Ma ha la capacità di riassumere una storia che parte da lontano. Lì ci sono tre generazioni di militanti della destra biancavillese, formatasi e cresciuta in quel luogo politico che era la “sezione”.

Tre generazioni che hanno mosso i primi passi nelle organizzazioni giovanili, dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani, dalla Giovane Italia ad Atreju (stessa realtà in cui si è formata Giorgia Meloni). Un’evoluzione che dal Movimento Sociale Italiano, passando per Alleanza Nazionale e il Popolo delle libertà, arriva a Fratelli d’Italia. Dalla “fiamma” di Giorgio Almirante alla fiaccolata per Paolo Borsellino. Da forza emarginata a guida del governo, dell’Italia e di Biancavilla.

Il tabù storico era stato frantumato già nel 2003 da Mario Cantarella: primo sindaco di destra nella Biancavilla repubblicana (con Andrea Ingiulla tra gli assessori!). Ma è Antonio Bonanno a portare il partito su vette inesplorate: primo sindaco di destra a conquistare il doppio mandato e (in assoluto) ad avere ottenuto 8 preferenze ogni 10, con una coalizione che per la prima volta vede i centristi trainati perché usciti malconci dalle urne.

In questa percentuale è inclusa una sostanziosa dose di demeriti, inadeguatezze, incapacità, assenze degli avversari. Così, di converso, è la sinistra biancavillese che sprofonda nel più basso dei risultati di consenso e di rappresentanza dall’epoca risorgimentale ad oggi. Un cataclisma da far tremare il cuore della storia. Sarebbe una banalità cosmica attribuire la responsabilità ad Ingiulla o alle “otto liste contro una“: ne parleremo in un articolo a parte.

Torniamo, quindi, alla foto con Randazzo e Giardina assieme al sindaco. Abbiamo conosciuto il primo nell’era dell’amministrazione Manna (dal 1994 al 2003). Lui era il maggiore oppositore: sapeva leggere le carte, le studiava, attaccava in Consiglio con argomentazioni accurate e citazioni auliche. Esponente di An, ma la scuola era quella del Msi. Lo ascoltavano tutti con attenzione dai banchi dell’allora maggioranza. Rappresentava la destra, praticamente in solitaria. Mai avrebbe potuto pensare allora – stagione in cui Manna era dipinto sui manifesti come “l’imperatore di Biancavilla” per il suo strapotere – che venticinque anni dopo sarebbe diventato assessore con una destra che ha ribaltato e riscritto la storia politica di questa città, ormai ampiamente “ex” roccaforte rossa.

A Giardina, invece, lo ricordiamo, sempre nell’era Manna e degli inossidabili diessini (i Democratici di sinistra), militante sbarbatello di Azione Giovani. Era stato portato nella sezione di via Vittorio Emanuele (tappezzata con manifesti ruggenti e le foto di Almirante a Biancavilla) da Placido Sangiorgio, quando presidente dell’organizzazione era Enrico Indelicato. Tra gli altri militanti, Sergio Atanasio, Gianmarco Rapisarda, Nino Lavenia, Rino Mauceri, Francesco Cantarella (per citarne alcuni). Un gruppo affiatato che si divertiva a fare opposizione con il classico volantino e pure con un giornalino, “Zoom, Obiettivo Biancavilla”, distribuito in 400 copie.

Non c’era ancora Antonio Bonanno. Troppo piccolo: frequentava le elementari. Ma dell’organizzazione giovanile della destra, l’attuale sindaco vanterà poi una scalata che, da Biancavilla, lo porterà a capo del coordinamento provinciale di Catania, proprio su nomina di Giorgia Meloni. Attorno a lui, un gruppo rimasto sempre legato, nelle vittorie e nelle sconfitte: Dino Caporlingua, Salvo Pulvirenti e Mauro Mursia, Angelo D’Urso e Alberto Papotto, Antonio Fiorello e Salvo Bonaccorsi… Gli stessi di sempre: un’autentica comunità politica.

Una comunità consapevole delle proprie radici, ma non assimilabile a cliché ideologici ed inutili nostalgismi: mai uno scivolone, tale da animare lo spettro del pericolo “fascista” a Biancavilla. Piuttosto, quella rappresentazione generazionale in foto ha dimostrato senso delle istituzioni e piena maturazione.

Non è casuale, forse, se alla fine del comizio, scesi dal palco, quei tre “ragazzi di destra”, diventati classe dirigente e di governo, siano stati riconosciuti dal loro mentore comune come gli eredi di quella storia che parte da lontano. «Adesso posso ritirarmi, sicuro di lasciare il testimone in buone mani», ha detto in sostanza Mario Cantarella. Parole che racchiudono l’essenza di una comunità politica.

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