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Cronaca

Ris di Messina in campo per gli omicidi mafiosi di Bivona e Gioco

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di VITTORIO FIORENZA

Esperti del Ris di Messina al lavoro per analizzare i reperti lasciati in via Fallica e in via Pistoia, teatri dei due omicidi di mafia che in 48 ore hanno bagnato di sangue il centro etneo.

I “camici bianchi” dei carabinieri potrebbero fornire, dagli esami del consistente gruzzolo di bossoli raccolti in strada, dettagli sulle armi utilizzate e verificare se siano compatibili con altri delitti.

Per il resto, sembra trapelare un tiepido ottimismo tra gli inquirenti. È chiaro che il contesto è quello di una faida interna al clan locale: le due vittime, Agatino Bivona di 63 anni e Nicola Gioco di 21, facevano riferimento a gruppi contrapposti. È stato individuato già il “casus belli” dell’escalation di sangue.

È stata tracciata la nuova mappa delle fazioni in campo. Si tratta adesso di mettere i tasselli assieme. Nell’attesa, in paese continuano i controlli straordinari dei carabinieri, mentre a giorni dovrebbe tenersi il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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