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Cronaca

Nuovi “assalti” a Piano Rinazze, è terra di nessuno: Sos ignorati

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Una veduta di questi giorni della zona Rinazze con in primo piano alcuni magazzini per la lavorazione delle arance

di Vittorio Fiorenza

Nuovo assalto di ladri nella zona di Piano Rinazze, a sud di Biancavilla. Ladri in azione in un’azienda di lavorazione della pietra lavica e nella cooperativa “San Placido”, che gestisce i pozzi di approvvigionamento idrico per l’irrigazione.

Il danno più grosso è stato subito dall’azienda, nella quale sono stati portati via cavi di rame. All’interno della cooperativa, invece, sono stati rubati materiale e attrezzatura in ferro.

Sono questi soltanto gli ultimi due episodi di una lunghissima seria che fa di questa zona (in cui sono presenti fondi agricoli, imprese e magazzini per la lavorazione di agrumi di proprietà di biancavillesi), tra le più esposte a furti e razzie di ogni tipo. È così da anni, ma nell’ultimo periodo gli episodi sembrano maggiormente intensificati.

Nell’arco di alcuni giorni, lo scorso settembre, nella zona erano stati compiuti tre colpi ai danni non solo di cooperative agricole, ma anche di semplici proprietari di piccoli appezzamenti di terreno. Prima il furto di porte in ferro e attrezzi in alcune case rurali. Poi, si è passati ad un magazzino sulla Strada Provinciale 44, dal quale sono stati rubati tre camion e diversi pezzi tecnici della catena di lavorazione degli agrumi. Infine, la “visita” nell’immobile che ospita la sede del consorzio Euroagrumi e la cooperativa “Portobello”, tra le più importanti in Sicilia, vantando contatti commerciali con l’estero.

Da qui, l’intervento di Salvatore Rapisarda, presidente di Euroagrumi, che aveva lanciato un Sos: «Occorre maggiore vigilanza e iniziative concrete delle forze dell’ordine e anche del Comune, altrimenti le aziende fuggono via e si rischia la desertificazione». Un appello che sembra stato inascoltato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Comment

1 Comment

  1. Giovanni

    15 Gennaio 2015 at 4:41

    Istituzioni sorde, sindaco svegliati e fai qualcosa per noi poveri agricoltori di questa zona rigogliosa ma lasciata ai razziatori. Grazie “Biancavilla Oggi”, unico giornale che ha dato voce ai problemi di Piano Rinazze.

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Cronaca

I carabinieri recuperano uno smartphone rubato: restituito a una bambina

Denunciata per furto una donna di 46 anni, gesto simbolico del maresciallo Francesco De Giovanni

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I carabinieri di Biancavilla hanno portato a termine una rapida attività investigativa che ha permesso di individuare l’autrice di un furto in abitazione e di recuperare la refurtiva. Un episodio denunciato la sera precedente da un 37enne biancavillese, il quale aveva segnalato il furto del proprio smartphone, avvenuto nella sua abitazione.

Grazie alla denuncia, i militari hanno fatto subito scattare le indagini, acquisendo e passando al setaccio i filmati del sistema di videosorveglianza installato nella casa. Le registrazioni hanno consentito di riconoscere immediatamente una donna. Una catanese 46enne, già nota alle forze dell’ordine e attualmente sottoposta ai domiciliari in una comunità terapeutica di Biancavilla e alla libertà vigilata.

Una pattuglia ha subito raggiunto la struttura in cui la 46enne era collocata, procedendo ad una perquisizione. Lei ha negato di avere con sé oggetti rubati. Le operazioni hanno, però, dimostrato il contrario. In bagno, all’interno del vano della centralina dell’acqua gli investigatori hanno trovato due telefoni, tra cui proprio l’iPhone sottratto al 37enne il giorno prima. Il secondo smartphone, invece, era di un altro ospite della comunità che non si era ancora accorto del furto, e gli è stato prontamente restituito.

Il gesto educativo e simbolico

La donna è stata denunciata per furto in abitazione ed evasione, essendosi allontanata dalla struttura in violazione delle restrizioni cui era sottoposta. Lo smartphone è stato restituito al legittimo proprietario, il quale ha reso partecipe la figlia al momento della restituzione per mano del maresciallo Francesco De Giovanni, comandante dei carabinieri di Biancavilla.

Un gesto semplice ma dal forte valore educativo, volto a trasmetterle l’importanza del lavoro quotidiano dei carabinieri, la loro costante vicinanza ai cittadini e il significato concreto di legalità, giustizia e rispetto delle regole. Un’occasione per rafforzare, anche nelle nuove generazioni, il senso di fiducia nelle Istituzioni e il rispetto verso i carabinieri, da sempre al servizio della collettività.

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Cronaca

Era finita ai domiciliari per furto, una donna di 46 anni evade dalla comunità

I poliziotti l’hanno rintracciata mentre rovistava all’interno di un’auto e lei si è scagliata contro di loro

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La Polizia di Stato ha arrestato una catanese di 46 anni, già sottoposta alla misura cautelare dei domiciliari presso una comunità di recupero per tossicodipendenti. La struttura è quella di Biancavilla: la donna si trovava lì per il reato di furto. Però ha abbandonato la struttura per tornare a Catania. I poliziotti della squadra volanti della Questura, assieme a una pattuglia dell’Esercito Italiano, l’hanno sorpresa in piazza Borsellino mentre rovistava all’interno di un’auto in sosta, lasciata aperta per una dimenticanza del proprietario.

La 46enne è stata avvicinata e fermata per essere sottoposta a controllo, ma, sin dalle prime fasi degli accertamenti, è andata su tutte le furie, urlando e inveendo contro gli agenti.Nonostante la mancata collaborazione, i poliziotti hanno effettuato sul posto le necessarie verifiche che hanno rivelato come la donna fosse evasa dai domiciliari.

Appena un mese fa, si era resa responsabile di un furto di contanti in un locale del centro storico e, per questa ragione, era finita ai domiciliari. Non a casa, ma nella comunità di Biancavilla. Essendo un’abituale consumatrice di crack, era stato predisposto per lei un percorso di recupero.

Un percorso ora interrotto. La 46enne ha cercato in tutti i modi di divincolarsi al punto da colpire al volto gli agenti. Accompagnata negli uffici di polizia, è stata arrestata per evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Si trova ora nelle camere di sicurezza della Questura, in attesa di essere giudicata per direttissima.

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