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Sei presepi del “Cenacolo” realizzati a Biancavilla, Adrano, Catania e Centuripe

Le opere artistiche portano la firma degli ospiti e degli operatori della Comunità Terapeutica Assistita

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Questa è la Biancavilla che ci piace

La Comunità Terapeutica Assistita “Cenacolo Cristo Re” di Biancavilla, quest’anno ha superato se stessa nell’allestimento dei presepi artistici tradizionali. Ben sei sono state le installazioni artistiche messe in posa in diverse location. Si possono ammirare presso la clinica “Mons. Giosuè Calaciura” e il Centro polidiagnostico “Clinical Center” di contrada Croce al Vallone, ma anche in un noto bar di Biancavilla. Ma anche nella Chiesa di San Giuseppe di Adrano (su richiesta della Fidapa), nell’atrio del palazzo comunale di Centuripe. E ancora: per la prima volta in assoluto, nella sede del Dipartimento di Salute Mentale del corso Italia di Catania, “tempio” nevralgico e direzionale della psichiatria catanese.

I lavori sono il frutto di un intenso impegno degli ospiti della comunità che, strutturati in laboratori, riescono con le loro abilità e l’uso principale di materiali di riciclo, a creare manufatti che si rifanno ai paesaggi e alle scenografie tipiche del territorio etneo. Stupore ed ammirazione nei visitatori hanno suscitato tali opere, in modo particolare negli utenti e nei familiari che frequentano il centro diurno di Catania.

Nel giorno della presentazione, lusinghieri apprezzamenti sono stati espressi dal direttore del Modulo DSM, Carmelo Florio, verso gli autori, il personale e la direzione generale della comunità biancavillese, dicendosi contento di aver accolto questa iniziativa.

Da parte sua, anche il direttore generale del “Cenacolo”, Giosuè Greco, ha manifestato soddisfazione per l’attività riabilitativa svolta all’interno dell’istituto (evidenziata anche da questi lavori) e gratitudine per l’accoglienza agli enti che hanno accolto l’iniziativa.

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Due salme “scambiate” all’ospedale, i familiari piangono il morto sbagliato

Assurdo episodio al “Maria Ss. Addolorata”, l’Asp precisa: «Non è dipeso dalla nostra responsabilità»

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Due salme scambiate all’ospedale “Maria Santissima Addolorata”, i parenti piangono il morto sbagliato. Un episodio di errori, equivoci e assurdità. È successo che due uomini sono morti nella struttura ospedaliera. Le salme si sono trovate una a fianco all’altra nella sala mortuaria. Dopo il nulla osta dato dagli uffici, una delle bare è stata trasportata dall’agenzia di pompe funebri a casa della famiglia. È qui che, però, i parenti affranti si sono trovati a piangere… il morto sbagliato. A segnalare l’equivoco – -come raccontato dalla Tgr Sicilia, nel servizio che riportiamo sopra – è stato padre Pino Salerno, che conosceva uno degli anziani deceduti, essendo stato ospite della comunità di “Croce al vallone”, di cui è presidente.

Così, il feretro ha fatto il viaggio inverso, ritornando all’ospedale. Verificate le identità dei defunti, gli operatori dell’agenzia funebre hanno dovuto fare uno scambio di vestiario. Caricata in auto l’altra salma, quella “corretta”, l’hanno poi consegnata finalmente alla famiglia. Stessa cosa per l’altra bara.

Da parte dell’Asp di Catania, da cui dipende l’ospedale di Biancavilla, si precisa che «le salme sono state regolarmente riconsegnate ai familiari e agli aventi diritto, nel pieno rispetto delle procedure previste e delle normative vigenti. Sono stati scrupolosamente applicati tutti i protocolli, documentando puntualmente ogni fase dell’iter».

«Eventuali disguidi o problematiche emerse successivamente alla riconsegna – puntualizzat l’azienda sanitaria – non possono pertanto essere attribuiti all’Ospedale, che ribadisce di non avere alcuna responsabilità in merito all’accaduto. La Direzione Medica del Presidio ha comunque fornito un contributo operativo rilevante, collaborando attivamente all’individuazione e alla ricostruzione dell’accaduto e mettendo a disposizione ogni elemento utile alle verifiche».

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L’omaggio artistico di Luca Arena: un murale dedicato a Valentina Salamone

La 19enne di Biancavilla uccisa ad Adrano ricordata con un’opera simbolica in via Benedetto Croce

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Un omaggio nel ricordo di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla uccisa in una villetta di Adrano. Nella Giornata contro la violenza sulle donne, Biancavilla le ha dedicato un murale in via Benedetto Croce, a due passi dalla stazione dei carabinieri. L’opera è stata realizzata da Luca Arena e sostenuta dal Comune.

Un modo semplice ma sentito per ricordare ancora una volta Valentina, a 15 anni dalla morte, per la quale è stato condannato all’ergastolo Nicola Mancuso. Il volto di Valentina, 19 farfalle (il numero dei suoi anni) e una bilancia della giustizia a metà. «Sta a significare – ha detto Luca Arena – che su quella terribile vicenda c’è ancora qualcosa da chiarire. È un’opera per la memoria, ma anche per la verità».

«Non è solo arte. È una ferita aperta, un monito perpetuo e una promessa di verità che non possiamo e non vogliamo dimenticare», ha scritto il sindaco Antonio Bonanno. Il primo cittadino ha ringraziato Luca Arena «per averci donato questo simbolo potente che ci impone di tenere sempre alta l’attenzione».

Momento di profonda commozione per le parole del papà di Valentina, Nino Salamone: «Grazie a tutti per l’affetto che continuate a dimostrare verso la mia Valentina. Per noi familiari è un ergastolo di dolore, ma vedere tutta la città qui riunita per lei è un segno importante che ci dà forza».

Il comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo Francesco De Giovanni, ha esortato tutte le donne vittime di abusi a non avere paura e a denunciare, assicurando che le Forze dell’Ordine sono al loro fianco per proteggerle.

I ciclamini degli studenti

In questa giornata, altre iniziative sono state promosse a Biancavilla. Gli alunni delle scuole hanno piantato dei ciclamini davanti alle sculture delle scarpe rosse in piazza Sant’Orsola. Un gesto semplice e profondo, per dire che la speranza di un futuro senza violenza fiorisce solo se la seminiamo nelle giovani generazioni. I ragazzi delle associazioni “Lotus”, “Dona con Cuore” e “Insieme” hanno distribuito ai presenti una frase dedicata alle donne da portare sul petto.

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