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Cultura

Colapesce e Dimartino debuttano al cinema con lo sfondo dei “calanchi”

Sono i protagonisti de “La primavera della mia vita”: un road movie in una Sicilia magnifica e surreale

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I “Calanchi del Cannizzola”, nel territorio di Centuripe tra i Monti Erei e l’Etna, e la “Big Bench” installata in una terrazza panoramica su un terreno del Comune di Biancavilla, affittato alla famiglia Capizzi di Biancavilla. Sono due tra  i luoghi “magnifici e desolati” oggetto delle riprese del road movie “La primavera della mia vita”.

Un film che segna il debutto cinematografico del duo musicale italiano Colapesce e Dimartino, in questi giorni in gara al festival di Sanremo col brano Splash, presente anche nei titoli di coda della pellicola. Sarà un evento speciale nei cinema dal 20 al 22 febbraio.

Il film è diretto da Zavvo Nicolosi, anche lui al debutto come regista. Vi sono molti special guest musicali: da Madame a Roberto Vecchioni, da Brunori Sas a ErlandØye e La Comitiva. Fanno parte del cast anche Stefania Rocca, Corrado Fortuna, Demetra Bellina. I loro personaggi accompagneranno i protagonisti in un’odissea che mescola immagini surreali e momenti altamente poetici.

“La primavera della mia vita” è «una favola moderna on the road sul valore dell’amicizia, sul comprendere e accettare chi ci sta vicino, con a margine una piccola riflessione “green”. Un viaggio attraverso una Sicilia inedita, surreale, fatta di luoghi magnifici e desolati allo stesso tempo, popolata da strambi individui che custodiscono fantasiose verità. Un racconto sospeso tra sogno e realtà dove tutto è possibile».

La bellezza paesaggistico-naturalistica dei “calanchi” o, come vengono chiamati a Biancavilla, “valanghi”, è già stata oggetto di innumerevoli video amatoriali con il drone e trasmissioni televisive.

I “calanchi” sono poi tra le location presenti nella clip del brano di un altro duo musicale in gara al festival di Sanremo: “L’addio” dei Coma Cose. Immagini che si intersecano con quelle della Scala dei turchi, altro angolo di una splendida Sicilia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cultura

Premiata la biancavillese Elena Cantarella per un saggio su Pippo Fava

Importante riconoscimento per l’artista, nota per il suo talento nella lavorazione della cartapesta

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Importante riconoscimento per l’artista biancavillese Elena Cantarella, maestra della lavorazione della cartapesta nella bottega catanese “Cartura”, fondata da Alfredo Guglielmino nel 1998.

Al Piccolo Teatro di Catania, Elena Cantarella ha ricevuto il premio storico-artistico della Fondazione Giuseppe Fava di Catania “Giovanna Berenice Mori”. Un premio intitolato alla compianta storica dell’arte e al suo appassionato lavoro di studio e ricerca dell’opera pittorica di Giuseppe Fava, giornalista ucciso dalla mafia a Catania nel 1984.

Cantarella ha vinto scrivendo un saggio dal titolo “Giuseppe Fava. Oltre il segno”. «L’arte per Fava – scrive Cantarella – è testimonianza della continuità tra la sua attività di giornalista e quella di artista, non è solo uno sfogo, ma un’ineluttabile esigenza comunicativa, espressione concreta degli aspetti più profondi della sua anima».

«Il mezzo artistico – prosegue Cantarella – realizza la sua necessità di tradurre la realtà attraverso uno strumento che rispetto alla parola possa avere un linguaggio universale, senza abbandonare la sua intimità di significato: nelle immagini, nel colore, nel segno i suoi sentimenti si mescolano con quelli degli uomini e delle donne su cui posa lo sguardo».

Ad assegnarle il premio la commissione composta dal presidente della Fondazione Fava, da un rappresentante della famiglia Fava e da due docenti dell’Accademia di belle arti di Catania.

Una lettura innovativa sull’arte di Fava

Cantarella, secondo la motivazione, ha «presentato in modo puntuale e preciso, asciutto e piano il lavoro artistico di Giuseppe Fava, coniugandolo con le principali intenzioni artistiche, antropologiche e culturali dell’autore». E ha anche intercettato «l’ironica denuncia caricaturale che Fava mette continuamente in atto» attraverso «l’introspezione, il doppio, lo studio sui volti» e promuovendo una lettura innovativa e un «valido approfondimento dell’opera faviana».

All’intermezzo musicale curato da un quartetto d’archi dell’orchestra “MusicaInsieme” di Librino è seguita la cerimonia di premiazione del concorso giornalistico Giuseppe Fava “Apri la finestra sulla tua città e raccontaci dove vedi la mafia, l’illegalità, le ingiustizie”.  Tra i vincitori di quest’ultimo concorso, una scuola del quartiere Zia Lisa di Catania, che ha realizzato una video-inchiesta molto coraggiosa, e un ragazzo di Giarre.

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