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«Lascio presidenza del Consiglio»: le dimissioni al “buio” di Cantarella

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Vincenzo Cantarella ha comunicato la sua disponibilità a fare spazio. Il suo successore? Nessuno azzarda ipotesi. Gli accordi originari puntavano su Giuseppe Pappalardo. Ma Glorioso vorrebbe fare eleggere Vincenzo Chisari.

 

di Vittorio Fiorenza

Vincenzo Cantarella pronto a lasciare la presidenza del Consiglio Comunale. Lo ha comunicato nel corso della Conferenza dei capigruppo consiliari. Ha motivato la decisione sulla base di «accordi politici presi a suo tempo», riferendosi al turnover concordato come premessa della sua elezione.

Un turnover che prevedeva l’avvicendamento con il capogruppo del Pd, Giuseppe Pappalardo. Ma Pappalardo negli ultimi mesi è stato in rotta di collisione con Giuseppe Glorioso. Il primo cittadino accarezzerebbe ancora, quindi, la vecchia manovra di fare sedere Vincenzo Chisari nella poltrona più alta dell’assemblea cittadina. Un’evenienza che libererebbe un posto in Giunta (Chisari attualmente è anche assessore) e concederebbe un nuovo ingresso nell’Esecutivo (ancora Giuseppe Sapienza?).

Doppi e tripli salti mortali della politica, insomma. Movimenti di Palazzo incomprensibili ai più attenti osservatori politici. Figurarsi ai cittadini comuni.

Il dato certo, al momento, è la disponibilità alle dimissioni comunicate dal presidente. Nel corso della conferenza stampa sul primo anno di attività istituzionale di Cantarella, Glorioso aveva smentito richieste di dimissioni e Pappalardo aveva negato istanze ufficiali. Bugie di circostanza. Il pressing su Cantarella dura da mesi. Adesso si è arrivati alla conclusione.

Pappalardo, pur esprimendo gratitudine per il profilo tenuto da Cantarella, ha anche chiesto al presidente di non attendere nemmeno un passaggio di riunione di maggioranza per formalizzare le dimissioni. Il suo successore? Non si sa. Dimissioni al buio: la nuova dimensione della politica biancavillese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Una biancavillese

    12 Maggio 2017 at 17:28

    O’ bissati i stradi invece di preoccuparvi dei vostri salti mortali, pensate ai nostri,
    quotidianamente percorriamo seri pericoli
    e ni rumpemu u coddu x colpa del vostro “inchimento futile” negli uffici comunali.
    E tanti deng iu in inglese! ; )

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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