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Daniele Sapia dà le dimissioni, Caporlingua è il nuovo consigliere

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Al via le “turnazioni” consiliari interne al Centrodestra. A giorni ne seguirà un altro: lascia l’Aula Fabrizio Portale, entra Vincenzo Amato. L’anno prossimo, prevista la staffetta tra Mauro Mursia e Salvatore Bonaccorsi.

 

di Vittorio Fiorenza

Politica in continua ebollizione a Biancavilla. Non si è ancora concluso il valzer nella Giunta Glorioso con un viavai di assessori, quando dall’opposizione di Centrodestra partono il “balletto” dei consiglieri.

A cominciarle è stato Daniele Sapia, capogruppo di Forza Italia, che ha rassegnato le proprie dimissioni dal Consiglio Comunale e dalla Quarta Commissione ordinaria. Sapia lascia l’aula a metà percorso della consiliatura per accordi interni alla lista in cui era stato eletto, “Rinnoviamo Biancavilla”, formazione a sostegno del candidato sindaco Antonio Bonanno, poi confluita in Forza Italia.

Il posto di Sapia verrà ora occupato dal primo dei non eletti di quella lista, ovvero Dino Caporlingua, altro esponente di quella schiera giovanile assieme ad Antonio Bonanno tra militanza politica ed impegno associazionistico.

La surroga avverrà nella prima riunione utile del Consiglio Comunale.

«Ho svolto all’interno del Consiglio comunale un’esperienza molto ricca e significativa nella mia attività politica, della quale sono grato in primo luogo ai cittadini che non mi hanno mai fatto mancare sostegno e affetto», scrive Sapia nella sua lettera di dimissioni.

I cambi consiliari all’interno del Centrodestra solo soltanto all’inizio. Giovedì dovrebbe essere la volta del consigliere Fabrizio Portale dare le dimissioni per consentire l’ingresso in Aula di Vincenzo Amato, primo dei non eletti della lista che ha appoggiato Pietro Manna e nella quale si erano candidati, “Uniti per la rinascita della città”, poi aderita al gruppo di Forza Italia.

L’anno prossimo, poi, per le stesse logiche di turnazione interna, dovrebbe dimettersi pure Mauro Mursia del gruppo forzista, eletto in “Rinnoviamo Biancavilla”. Il primo dei non eletti che gli dovrà subentrare è Salvatore Bonaccorsi.

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

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