Cultura
Biancavilla piange “Puddu” Tomasello: addio all’ultimo poeta contadino
Aveva 90 anni, è morto all’improvviso: numerosi i riconoscimenti e i premi per i suoi versi dialettali
Don “Puddu” Tomasello se ne è andato. Era lui l’ultimo “poeta contadino” sulla scia di una nobile vocazione di versi dialettali. Tradizione che a Biancavilla nasce con Placido Cavallaro (vissuto tra il Settecento e l’Ottocento) e arriva fino a Placido Benina, grande amico di Tomasello.
Aveva 90 anni, Giuseppe Tomasello. Osservatore attento, cantore dei sentimenti più nobili, ma anche persona attiva calata nel suo tempo. È stato impegnato nella politica locale (tra le fila comuniste, partito per il quale ricoprì la carica di consigliere comunale) e nel mondo culturale (per anni tra gli animatori della rassegna “Sciuri di Mungibeddu”).
Numerose le sue poesie. Versi in lingua siciliana ma anche in italiano. Sull’amore e i sentimenti. E soprattutto su quel mondo rurale, che conosceva bene e al quale era profondamente legato fin dalla sua infanzia.
Di notevole importanza anche la produzione teatrale, sempre in dialetto: un vero scrigno storico-culturale sugli usi e i costumi di un tempo. Testi teatrali di prossima pubblicazione in un volume di Nero su Bianco Edizioni.
Innumerevoli pure i riconoscimenti e i premi che ha ottenuto in concorsi poetici regionali e nazionali. L’ultimo riconoscimento, datogli a Villa delle Favare dalla presidenza del Consiglio Comunale di Biancavilla, è stato il premio “Scanderbeg”. Recentissima è una rielaborazione di una sua poesia, “Figghiu di la me terra”, vincitrice nel 1990 del primo premio nazionale di poesia per tutte le regioni d’Italia. Una rielaborazione musicale creata dall’Intelligenza Artificiale, che qui ripubblichiamo. Con un refrain che suona adesso come l’eredità più autentica di don “Puddu” Tomasello: “Sugnu sicilianu e mi ni vantu…”.
Il cordoglio del sindaco Bonanno
«Addio al poeta contadino Giuseppe Tomasello che ha amato la propria città, Biancavilla, e tutta la Sicilia, donandoci versi che sono una vera carezza. Cuore, passione e intelligenza hanno caratterizzato la vita di “Dan Puddu”, ambasciatore della sicilianità (oltre che della ‘biancavillesità’) in tutto il territorio italiano. Biancavilla perde una figura importante e un figlio prediletto. Ai familiari di Tomasello porgo le condoglianze a nome di tutta la Città».
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Cultura
“I Belvedere dell’Anima”, il maestro Antonio Presti fa tappa alla “Sturzo”
Il mecenate agli alunni della scuola di Biancavilla: «Coltiviamo la bellezza e restituiamola al territorio»
“Grande Madre Etna: i Belvedere dell’Anima”. Il progetto del maestro Antonio Presti, celebre per il suo impegno nella valorizzazione artistica e territoriale, presentato nella scuola media “Luigi Sturzo” di Biancavilla.
Un progetto che guarda oltre il visibile. L’iniziativa, promossa dalla fondazione che porta il nome del mecenate, ha come obiettivo quello di rigenerare i luoghi simbolo del territorio etneo, trasformando i belvedere in veri e propri “bel-vedere dell’anima”. Attraverso il coinvolgimento delle scuole, il progetto mira a sensibilizzare le nuove generazioni alla bellezza del paesaggio, alla cultura e alla tutela ambientale, promuovendo una visione che va oltre il turismo di massa e abbraccia la spiritualità e il legame con la natura.
Presti ha invitato i ragazzi a riflettere sul ruolo dell’uomo nei confronti della natura e sulla necessità di un nuovo approccio culturale che valorizzi la bellezza come strumento di crescita personale e collettiva. «La grande madre Etna – ha detto Presti – ci insegna che la bellezza non è solo ciò che vediamo, ma ciò che sentiamo e custodiamo. Il nostro compito è coltivare questa bellezza e restituirla al territorio».
«Onorati di essere parte del progetto»
L’appuntamento alla “Sturzo” segna l’inizio di un percorso che vedrà la scuola protagonista di un coinvolgimento attivo nel progetto. Nei prossimi mesi, gli studenti avranno l’opportunità di approfondire i temi trattati e di partecipare a visite guidate presso i belvedere selezionati.
«Si tratta di un’occasione unica per i nostri giovani, che potranno riscoprire il territorio non solo come risorsa naturale, ma – ha sottolineato la dirigente Concetta Drago – come parte integrante della loro identità culturale. Siamo onorati di essere parte di un’iniziativa che lascia un segno profondo nelle coscienze di chi vi partecipa».
La presentazione del progetto ha visto la partecipazione dell’assessore comunale all’Istruzione, Vincenzo Randazzo, di Filadelfio Grasso, pedagogista, autore di varie pubblicazioni e collaboratore di Biancavilla Oggi, e di Enzo Meccia, presidente dell’associazione SiciliAntica.
«Il nostro territorio ai piedi della Montagna ci parla di resilienza, ci educa a rialzarci dopo ogni caduta e ogni difficoltà – ha detto Filadelfio Grasso – come nel 1669 quando la disastrosa colata lavica distrusse 17 paesi etnei. Ma la forza e la tenacia dei nostri conterranei hanno saputo trarre da quel fuoco solidificato la pietra per edificare le proprie case e i propri paesi ancora più belli e maestosi».
Meccia ha parlato dei mulini ad acqua, delle fontane e delle tante bellezze del nostro paese che ormai stanno scomparendo.
L’incontro si è concluso con un vivace dibattito tra gli studenti e il Maestro Presti. Iniziativa resa possibile da Martina Migliorini e dai referenti di istituto, Giovanni D’Alì e Concita Asero: «Ancora una volta cultura, educazione e territorio possono intrecciarsi per generare bellezza e consapevolezza».
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