Cronaca
Una stalla-garage abusiva con un cavallo privo di controlli sanitari
Denunciato un 53enne: i carabinieri sono risaliti a lui da alcuni video di corse clandestine
Un garage trasformato in una stalla abusiva in cui era tenuto un cavallo privo di qualsiasi controllo sanitario. Per queste ragioni, i carabinieri di Biancavilla hanno denunciato un 53enne per maltrattamento di animale.
I militari, monitorando alcuni social network sui quali erano stati pubblicati video di corse clandestine di cavalli, sono risaliti all’uomo, decidendo di effettuare un controllo a casa sua. Lo hanno fatto avvalendosi della collaborazione dei veterinari dell’Aso di Catania.
Nell’abitazione, non lontana da viale Cristoforo Colombo, i carabinieri hanno scoperto un garage, privo di adeguate finestre di areazione, trasformato in una vera e propria stalla.
Il cavallo, un meticcio di sesso maschile dell’età di circa un anno, con una macchia bianca sulla fronte, non aveva microchip né documento di accompagnamento. E soprattutto non era mai stato sottoposto ai controlli sanitari. Controlli necessari per scongiurare l’anemia infettiva equina, una malattia virale che può colpire gravemente l’animale, compromettendone le sue difese immunitarie.
Il proprietario ha dichiarato ai militari di averlo acquistato circa sei mesi fa a Catania e di averlo “alloggiato” sempre in quel luogo.
L’uomo è stato pertanto denunciato a piede libero. È stato anche anzionato per le violazioni amministrative relative alla mancanza di identificazione del quadrupede e per non averlo mai sottoposto alla necessaria profilassi sanitaria.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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