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Comunità islamica a Biancavilla, incontro tra il sindaco e l’imam

Bonanno coinvolge i musulmani per la campagna vaccinale e l’integrazione linguistica

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Un incontro nel segno della laicità e del rispetto delle comunità straniere che vivono a Biancavilla. È stato un faccia a faccia tra il sindaco Antonio Bonanno e l’imam Mohamad Faid della locale moschea, inaugurata lo scorso anno.

Integrazione e copertura vaccinale. Questi i temi affrontati nella stanza del primo cittadino con il rappresentante della comunità musulmana. Una comunità formata in gran parte da marocchini, ma anche cittadini provenienti da Tunisia e Algeria.

Bonanno ha definito l’incontro “proficuo”. E ha aggiunto: «Ora che nella nostra città sta per partire la cosiddetta “vaccinazione di prossimità”, all’imam ho rivolto l’invito a coinvolgere la comunità che egli rappresenta affinché l’immunizzazione possa essere assicurata a tutti».

Mohamed Faid, ormai da tanti anni in Sicilia, si è detto ben felice di poter collaborare fattivamente alla campagna di vaccinazione. Su un’altra questione di grande rilevanza, inoltre, Faid ha dato la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni scolastiche del territorio.

«Raccogliendo le sollecitazioni della dirigente del 1° Circolo didattico, Pistone, ho chiesto all’imam -specifica Bonanno- di mettere a disposizione dei mediatori culturali che assistano nei primi anni di studio i bambini della scuola elementare provenienti dai paesi extracomunitari che hanno difficoltà con la lingua italiana».

«Ciò avverrà -ha concluso il sindaco- sulla base di un “patto tra comunità” che Mohamad Faid ha accolto con soddisfazione».

Dal canto suo, l’imam ha tenuto a sottolineare che la comunità che egli rappresenta si è sempre contraddistinta per il rispetto delle regole della realtà territoriale che l’accoglie.

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Politica

«Il sindaco ci dica se ci sono le condizioni per stare in maggioranza»

Dopo lo “strappo” in aula, intervento del gruppo “Noi per Biancavilla”: toni amari ma conciliatori

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«Amarezza per quanto accaduto e pieno consenso sulla scelta politica adottata dal consigliere Fabrizio Portale».

Si esprime in questi termini, Nino Finocchiaro, responsabile del gruppo “Noi per Biancavilla”, rappresentato in Consiglio Comunale da Portale. Il riferimento è allo “strappo” verificatosi in aula, quando il consigliere non ha partecipato al voto per la scelta dei componenti biancavillesi per l’assemblea dell’Unione dei Comuni della Val Simeto (Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Centuripe). Un voto che, di fatto, ha escluso Portale, preferendo altri tre componenti di maggioranza (Rosanna Bonanno, Giorgia Pennisi e Marco Cantarella), oltre all’unico componente di minoranza, Melissa Pappalardo, eletta di diritto.  

«Tale scelta operata con il consenso del sindaco Antonio Bonanno ha di fatto tradito gli impegni assunti nei riguardi della nostra lista, già esclusa da ogni rappresentanza istituzionale sia in Giunta che in Consiglio Comunale», attacca Finocchiaro, facendo eco alle dichiarazioni già espresse a caldo da Fabrizio Portale a Biancavilla Oggi. Quest’ultimo aveva “avvisato” il primo cittadino di valutare l’uscita dalla coalizione di maggioranza.

La richiesta al sindaco Bonanno

«Chiediamo al sindaco, quale garante degli impegni assunti con la nostra lista e con oltre mille cittadini che l’hanno votata, di conoscere – ribadisce ora Finocchiaro – se sussistono ancora le condizioni politiche che hanno dato luogo all’accordo in sede di campagna elettorale e se ritiene ancora necessaria ed indispensabile la nostra presenza all’interno della maggioranza».

I toni di Finocchiaro sono comunque conciliatori: «Il nostro consigliere, nell’interesse della Città, nonostante il trattamento subito è disponibile a sostenere come ha sempre fatto, tutti gli atti amministrativi che il sindaco e la Giunta Municipale fino ad oggi hanno adottato e adotteranno, previo coinvolgimento sulle scelte importanti per la nostra città. Non si può pretendere che una forza politica possa sostenere l’attività dell’amministrazione comunale, se dovesse persistere un atteggiamento di chiusura e di esclusione sulle scelte che l’amministrazione e la maggioranza che la sostiene compiono nell’adozione degli atti amministrativi».

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