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Chiesa

Da Biancavilla in Abruzzo con la devozione rivolta a San Placido

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Biancavilla e Torrebruna, accomunati dallo stesso patrono, il martire benedettino. Per queste ragioni, una delegazione del Circolo “San Placido” di Biancavilla, guidata dal presidente Placido Lavenia, si è recata nel piccolo centro in provincia di Chieti, in Abruzzo, per partecipare alla dedicazione della chiesa “Trasfigurazione del Signore” e dell’altare.

Assieme al gruppo di biancavillesi, anche una delegazione di Messina (altra città con patrono San Placido), guidata da commissario dell’Arciconfraternita “Compagnia di San Placido”, Marco Grassi.

I devoti siciliani hanno portato con loro una lettera dell’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, e le reliquie del santo, con la benedizione di mons. Angelo Oteri (rettore della chiesa dedicata al martire).

Dopo un passaggio da Poggio Imperiale (nel Foggiano), dove si sono uniti ad un’altra confraternita intitolata a San Placido, la direzione è stata per Torrebruna. Qui momenti di preghiera, comunione, l’incontro con mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento. Quindi la processione delle reliquie di San Placido e del simulacro del patrono in un clima di festa per l’intero paese, all’interno del quale la piccola cittadina si riappropria di una propria chiesa, chiusa da oltre cinque anni per interventi di consolidamento.

Le iniziative che hanno coinvolto i devoti biancavillesi potrebbero essere l’inizio di un rapporto più strutturato, senza escludere la possibilità di formalizzare con Biancavilla un vero e proprio gemellaggio nel nome di San Placido.

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Chiesa

Il “cuore” di San Camillo de Lellis accolto al monastero di Biancavilla

La badessa Chiara Aurora Sena: «Un modello di misericordia e di carità verso i sofferenti»

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La Chiesa del convento di “Santa Chiara” di Biancavilla ha accolto e venerato la reliquia del cuore di San Camillo de Lellis. Un evento particolare in quest’ anno che la Chiesa cattolica dedica al giubileo della speranza. La reliquia sta compiendo un pellegrinaggio per portare e rinnovare il messaggio del santo fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi.

A descrivere queste giornate è suor Chiara Aurora Sena, badessa del monastero di Biancavilla. «Accogliamo la reliquia – ci dice – in occasione dei 450 anni della conversione di San Camillo. Durante quest’anno la reliquia, per iniziativa dei padri camilliani, sta compiendo una “peregrinatio” in tutto il Sud Italia. Abbiamo pensato di fare coincidere gli esercizi spirituali, che ogni anno offriamo durante la quaresima, con questo evento di grazia. Possa essere un’occasione per incontrare un grande Santo che è modello di misericordia e di carità verso i sofferenti nel corpo e nello spirito. Da San Camillo prendiamo esempio per essere a nostra volta luce e consolazione per gli altri».

Diversi gli incontri con le varie realtà biancavillesi. Prima le catechesi tenute da fratel Carlo Mangione, superiore della provincia religiosa dei camilliani del sud Italia, e l’incontro con le seconde classi dell’Istituto comprensivo “Sturzo – Don Bosco”. E poi l’accoglienza della reliquia da parte dei degenti e degli operatori sanitari nei vari reparti dell’ospedale di Biancavilla, accompagnati dal cappellano fra Antonio Vitanza dei frati minori. Infine, l’incontro con gli ospiti della comunità “Cenacolo Cristo Re”, arricchito dai canti e dalle preghiere che gli ospiti stessi hanno preparato assieme agli operatori dell’Istituto.

«Il tempo della Quaresima – ha ribadito fratel Carlo – è un tempo di conversione che significa revisione della propria vita. Camillo ci accompagna in questo cammino con la virtù teologale della speranza, Camillo è stato un convertito, un RI-nato in Dio, ci dice che è possibile rinascere in Dio e questo è motivo di speranza per tutti… Viene da dire, Grazia su Grazia, e ad ognuno di noi il buon proposito di trarne i frutti».

Camillo, l’aristocratico “umanizzatore”

Camillo fu in gioventù un aristocratico pigro e arrogante, avviato alla carriera militare dal padre. Poi la conversione dopo aver vissuto il dramma della sofferenza. Un mutamento che fu un incontro trasformativo con la fede, in grado di cambiare radicalmente la sua vita, portandolo a servire i malati con compassione e dedizione. Trascorse, infatti, il resto della sua vita al servizio dei malati negli ospedali e lazzaretti di Roma. Per questo motivo è stato proclamato Patrono Universale del Mondo della Salute.

Nell’opera di Camillo de Lellis possiamo intravedere in anticipo quella che quattro secoli dopo verrà definita “umanizzazione delle cure mediche”. Chi si occupa di un ammalato non dovrebbe interessarsi solo all’aspetto clinico della malattia, al bisogno fisico, ma anche a quello psicologico interiore, per favorire la salute, il benessere olistico, complessivo della persona. Camillo, vissuto in un’epoca di forti pregiudizi sociali e religiosi, volle dare alla sua attività a favore dei sofferenti una impostazione libera e “laica” senza tenere conto del credo di chi gli stava davanti.

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Chiesa

Giubileo, oltre 160 parrocchiani dell’Idria in pellegrinaggio a Catania

Guidato da padre Giovambattista Zappalà, il gruppo di fedeli ha visitato i luoghi di Sant’Agata

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Pellegrinaggio giubilare a Catania per la parrocchia “Santa Maria dell’Idria” di Biancavilla. Hanno preso parte a questo evento oltre 160 fedeli, guidati dal parroco don Giovambattista Zappalà.

Il pellegrinaggio rientra nelle varie iniziative che si susseguiranno per questo anno giubilare, iniziato lo scorso 24 dicembre a San Pietro a Roma con l’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco.

I parrocchiani biancavillesi hanno fatto sosta in diversi luoghi di culto dedicati a Sant’Agata, per la preghiera personale e comunitaria. Le chiese di Sant’Agata la Vetere, Sant’Agata al carcere e Sant’Agata alla fornace: le tappe del pellegrinaggio. Infine, la processione con la Croce dalla chiesa di Sant’Agata alla Badìa fino alla Cattedrale, attraversando la Porta Santa, per la celebrazione eucaristica nella cappella della patrona di Catania e della Diocesi. La messa è stata celebrata dal parroco della Cattedrale, mons. Barbaro Scionti, e da padre Zappalà.

Per i fedeli, non solo un sabato di preghiera, ma anche un’occasione di condivisione e aggregazione nel cuore del centro storico di Catania e nei luoghi di Sant’Agata.

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