Chiesa
Da Biancavilla in Abruzzo con la devozione rivolta a San Placido

Biancavilla e Torrebruna, accomunati dallo stesso patrono, il martire benedettino. Per queste ragioni, una delegazione del Circolo “San Placido” di Biancavilla, guidata dal presidente Placido Lavenia, si è recata nel piccolo centro in provincia di Chieti, in Abruzzo, per partecipare alla dedicazione della chiesa “Trasfigurazione del Signore” e dell’altare.
Assieme al gruppo di biancavillesi, anche una delegazione di Messina (altra città con patrono San Placido), guidata da commissario dell’Arciconfraternita “Compagnia di San Placido”, Marco Grassi.
I devoti siciliani hanno portato con loro una lettera dell’arcivescovo di Messina, mons. Giovanni Accolla, e le reliquie del santo, con la benedizione di mons. Angelo Oteri (rettore della chiesa dedicata al martire).
Dopo un passaggio da Poggio Imperiale (nel Foggiano), dove si sono uniti ad un’altra confraternita intitolata a San Placido, la direzione è stata per Torrebruna. Qui momenti di preghiera, comunione, l’incontro con mons. Claudio Palumbo, vescovo di Trivento. Quindi la processione delle reliquie di San Placido e del simulacro del patrono in un clima di festa per l’intero paese, all’interno del quale la piccola cittadina si riappropria di una propria chiesa, chiusa da oltre cinque anni per interventi di consolidamento.
Le iniziative che hanno coinvolto i devoti biancavillesi potrebbero essere l’inizio di un rapporto più strutturato, senza escludere la possibilità di formalizzare con Biancavilla un vero e proprio gemellaggio nel nome di San Placido.
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Chiesa
La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo
Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.
La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.
La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.
La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.
Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.
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Chiesa
Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”
Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.
Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.
Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.
Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.
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