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Cronaca

Una lite con colpo di fucile finale, fermato per tentato omicidio

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È stato sottoposto a fermo un 23enne di Biancavilla per tentato omicidio. Si è consegnato lui stesso alla stazione dei carabinieri di Biancavilla e adesso si trova nel carcere di piazza Lanza, a Catania. Sarebbe lui il responsabile del colpo di fucile sparato verso un altro giovane, un adranita di 21 anni.

Il fatto è accaduto sabato sera, intorno alle 22.30, nella zona delle case popolari di via dell’Uva a Biancavilla. Ma il diverbio tra i due è cominciato ad Adrano, a causa di un incidente avvenuto tra uno scooter e un’auto.

Il conducente dell’auto, biancavillese, è stato inseguito da un gruppo di adraniti, fino a casa sua, nella zona di via dell’Uva. La diatriba si è trasformata in una vera e propria rissa con la partecipazione di una decina di ragazzi, fino al drammatico epilogo. Colui che ha sparato è il fratello del conducente dell’auto.

Il ferito (colpito all’addome con lesioni al bacino e alla colonna vertebrale) è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” da un’auto privata e poi, viste le sue condizioni, trasferito all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, dove è ricoverato in prognosi riservata.

Sono stati i medici biancavillesi ad avvertire i carabinieri, che hanno subito avviato le indagini per risalire al responsabile. Indagini che si sono chiuse con una tempistica lampo.

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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