Cronaca
Uccise il marito, 14 anni di galera Enza Ingrassia ricorre in Appello


Enza Ingrassia in una recente foto (© Biancavilla Oggi)
L’avv. Pilar Castiglia, che assiste la donna, ha depositato l’atto alla Corte d’Appello. La sentenza di secondo grado potrebbe arrivare ad inizio del prossimo anno.
di Vittorio Fiorenza
Ricorso in Appello da parte di Enza Ingrassia, la donna condannata in primo grado per l’uccisione del marito, Alfio Longo, nella loro villetta di zona Vigne, a Biancavilla. Con un ciocco di legno colpì il marito alla testa con efferatezza e determinazione. Giudicata con rito abbreviato, ha avuto 14 anni di reclusione: riconosciute le attenuanti generiche e dello stato d’ira.
La donna, di cui Biancavilla Oggi per la prima volta pubblica una recente foto, successiva alla sentenza di primo grado, si trova rinchiusa da quasi un anno in una struttura di Mascalucia, dopo la prima fase in cui era stata, sempre ai domiciliari, presso il “Cenacolo Cristo Re” di Croce al vallone.
«La signora Ingrassia, nel momento in cui commise l’omicidio, per infermità psichica si trovava in una condizione di vizio totale di mente in quanto la sua capacità di intendere e di volere era totalmente esclusa», viene ribadito nel ricorso depositato dall’avv. Pilar Castiglia.
Il legale chiede di valutare «se l’avere “sopportato” per ben 40 anni atroci e feroci violenze, perseguendo la fantasia di cambiare il marito e di farlo diventare “buono”, non sia espressione di una immaturità affettiva che possa avere dei risvolti psicotici che possano avere inciso sulla sua imputabilità».
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►Giudicata con rito abbreviato: alla donna inflitta una pena di 14 anni
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►Dalla messinscena della rapina alla confessione: cronaca di un delitto

Alfio Longo con la moglie Enza Ingrassia
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Cronaca
Basta un commento per il colore del cappellino indossato e scoppia la rissa
Quattro giovani (di cui due minorenni) denunciati dai carabinieri di Biancavilla per una violenta lite

In quattro, tutti giovanissimi, denunciati dai carabinieri di Biancavilla per una violenta rissa. È bastato un commento rivolto da un 17enne di origine straniera ad un suo coetaneo per accendere gli animi. Un banale commento sul colore acceso del cappello da baseball indossato.
Dalla discussione animata agli insulti, fino a passare all’aggressione fisica con calci e pugni. Una lite che, oltre ai 17enni, ha coinvolto anche i loro due rispettivi amici, entrambi maggiorenni.
I passanti che hanno assistito alla rissa, spaventati, hanno allertato i carabinieri, ma i quattro giovani erano già andati via. Ai militari, tuttavia, sono bastate 48 ore per individuare le persone coinvolte e a ricostruire i fatti accaduti.
Tra i partecipanti, presente anche un 22enne straniero, vecchia conoscenza dei carabinieri di Biancavilla, che già nel novembre 2022, era stato denunciato per un’altra rissa, a causa della quale era stato sottoposto al Daspo Urbano. All’origine di quell’episodio di violenza, la relazione sentimentale con una 18enne, apertamente osteggiata dai familiari della ragazza. Familiari che, per impedire la continuazione del rapporto, li avevano seguiti ed aggrediti mentre passeggiavano in centro.
Per questi motivi, ora, il 22enne è stato denunciato, non solo per la partecipazione alla rissa, ma anche per aver violato la prescrizione imposta dal Daspo Urbano di non stazionare nei pressi di locali adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande.
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