Detto tra blog
Il Comune pasticcione chiede ai cittadini tributi… già pagati
Desidero evidenziare una vicenda che, al di là delle discussioni in piazza o nei circoli o nei bar, ho l’impressione sia passata in modo poco responsabile e non le si è data la giusta importanza sociale da parte della comunità biancavillese; forse per quella che io definisco una “rassegnazione stagnante” che ormai regna a Biancavilla nei confronti di chi amministra la cosa pubblica.
Dal Comune sono state spedite migliaia, ma non conosco l’esatto numero (chi parla addirittura di 3-4-5mila), di raccomandate per tributi degli ultimi anni, che risultavano non riscossi e quindi si chiedeva al cittadino di saldare. Oltre che con alcuni miei parenti ho avuto modo di parlare con una trentina di persone e tutti (ripeto tutti), dopo il primo naturale dubbio si sono messi alla ricerca delle ricevute di pagamento e si sono recati negli uffici per dimostrare che era tutto regolare e gli impiegati ne hanno preso atto adducendo varie motivazioni del “perché” si era attivata questa procedura.
Naturalmente sto riportando quanto sentito e seppur trenta-quaranta persone non siano un campione rappresentativo ne deduco che la maggior parte delle raccomandate ha avuto esito negativo per le casse del Comune.
Mi sono fatto un’idea precisa di ciò e se fosse vero, la ritengo una cosa gravissima, irresponsabile e al limite della legalità amministrativa:
1) Il costo di una raccomandata credo sia di 5 € ed è facilmente intuibile la somma complessiva spesa
2) La gestione di questa procedura la ritengo di una superficialità e di una incompetenza disarmante da parte degli uffici che dovrebbero esprimere efficienza e collaborazione nei confronti dei cittadini che, è bene ricordarlo senza alone di populismo, sono i loro datori di lavoro.
3) Non so se quelle somme attese siano state previste in bilancio ma in ogni caso la domanda è: dove sono finiti i soldi che sono stati richiesti e che è stato dimostrato essere stati pagati?
Ci sarebbero altre considerazioni da fare ma poiché al momento tutto ciò che ho scritto potrebbe rivelarsi pura fantasia, e nel caso sono pronto a fare ammenda e assumermene la responsabilità, vorrei che qualcuno che abbia le competenze fornisca risposte e motivazioni plausibili e attendibili. Auspico davvero che ci sia un riscontro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Detto tra blog
L’aggressione in ospedale e i commenti “violenti” sui social contro i medici
Frustrazione, rabbia, intolleranza: fenomeni in aumento che analizziamo con l’aiuto dello psicologo
L’aggressione subita dal personale dell’ospedale di Biancavilla (con conseguente arresto dei carabinieri della donna che se ne è resa responsabile) ha innescato sui social pure un affollamento di commenti “violenti”. Quasi tutti rivolti a medici, infermieri e operatori sanitari. Data la maggiore frequenza degli episodi, gli ospedali vengono visti come luoghi “a rischio” per chi vi lavora. Un fenomeno che crea non solo un problema di sicurezza pubblica, ma riflette una complessa interazione di fattori psicologici e sociali che meritano un’analisi.
La violenza contro gli operatori sanitari è alimentata da una combinazione di fattori. Tra questi, la percezione del sistema sanitario come “sistema inefficiente”. I biancavillesi lamentano tempi di attesa lunghi e risorse insufficienti. Ciò genera frustrazione sia nei pazienti che nei loro familiari. L’insoddisfazione può sfociare in episodi di aggressività, soprattutto in situazioni di emergenza. La nostra società sembra essere sempre meno tollerante, di fronte ad aspettative irrealistiche sulla rapidità e l’efficienza dei servizi. Intolleranza che può sfociare in comportamenti violenti, quando il servizio sanitario non soddisfa tali aspettative. Poi, la crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni, inclusa la sanità, rende il personale medico un facile bersaglio per sfogare rabbia e frustrazione.
I social, con la loro tendenza a polarizzare le opinioni e amplificare le emozioni, contribuiscono a creare un clima di tensione. Ho letto su Facebook, dopo l’articolo di Biancavilla Oggi, frasi di violenza verbale, erroneamente intesa come una “risposta giustificata” all’atto di aggressione, dando per scontato che tale atto sia stato generato da “malasanità”.
Al di là dell’episodio specifico di Biancavilla, chi commette atti di violenza contro il personale sanitario spesso manifesta caratteristiche psicologiche e comportamentali che possono essere ricondotte a patologie o disagi profondi. Molti aggressori hanno difficoltà a gestire emozioni intense: rabbia, frustrazione o paura. Queste persone possono esplodere in reazioni violente di fronte a situazioni percepite come minacciose o ingiuste. Dal punto di vista psicologico, i soggetti con tratti antisociali mostrano mancanza di empatia, impulsività e tendenza alla violazione delle regole sociali. In situazioni di stress, come quelle vissute in un pronto soccorso, queste caratteristiche possono favorire purtroppo dei comportamenti aggressivi.
Alcuni aggressori interpretano erroneamente le azioni del personale sanitario come ostili o malevole, alimentando sentimenti di sfiducia e reazioni “irregolari”.
Di fondo, c’è una bassa tolleranza alla frustrazione, infatti la mancanza di strumenti cognitivi ed emotivi per tollerare la frustrazione è una delle principali cause dell’aggressività. Un quadro particolarmente evidente in contesti sanitari, dove i tempi di attesa o i risultati insoddisfacenti possono essere percepiti come intollerabili.
C’è un altro punto importante da sottolineare. Tutte le aggressioni non si limitano a causare danni fisici al personale sanitario. Le conseguenze psicologiche possono essere profonde e durature. Molti operatori sanitari possono, infatti, sviluppare una “Sindrome da Burnout”. Il ripetersi di episodi di violenza contribuisce all’esaurimento emotivo, riducendo la capacità di affrontare lo stress e di empatizzare con i pazienti. Gli atti di violenza più gravi possono lasciare cicatrici profonde, con sintomi come flashback, ansia e ipervigilanza. Inoltre, lavorare in un ambiente ritenuto “pericoloso” può portare alla riduzione dell’entusiasmo e della passione per la professione.
È necessario, dunque, un approccio multidimensionale, che coinvolga istituzioni, società e individui. Bisogna attuare una “educazione pubblica” per ridurre la stigmatizzazione del personale sanitario e a promuovere una cultura del rispetto. Offrire assistenza psicologica agli operatori sanitari che subiscono aggressioni è fondamentale per prevenire il “Burnout”.
I fatti avvenuti all’ospedale di Biancavilla e le successive reazioni sui social contro il personale sanitario sono un fenomeno complesso, radicato in problemi psicologici individuali e dinamiche sociali disfunzionali. Affrontarli richiede un impegno collettivo per trasformare le strutture sanitarie in luoghi più sicuri, garantire il benessere degli operatori e promuovere una cultura di rispetto reciproco. Solo attraverso un approccio integrato si potrà ridurre questa drammatica tendenza.
*Il dott. Alessio Leotta è uno psicologo, psicoterapeuta e ipnotista della scuola di Milton Erickson. Svolge la libera professione a Biancavilla e ad Adrano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca2 mesi ago
Operazione “Meteora”, i tentacoli dei clan mafiosi di Adrano su Biancavilla
-
News3 mesi ago
In strada boccette di metadone, il farmaco contro la tossicodipendenza
-
Cronaca3 mesi ago
Violenza sessuale su una ragazzina, un arresto della polizia a Biancavilla
-
Storie2 mesi ago
Davide Sangiorgio, addio ad un ragazzo di animo nobile e di grande altruismo