Cronaca
Un furto tentato e uno compiuto: zona Grassura, cittadini allarmati


Via Don Bosco, nel tratto in cui è stato compiuto il furto al tabacchino
Due episodi, uno a distanza di poche ore dall’altro, riaccendono la questione della sicurezza urbana. In via Ascoli Piceno, tentativo di effrazione su un garage. In via Don Giovanni Bosco, furto in una rivendita di tabacchi.
di Vittorio Fiorenza
Prima, un tentativo fallito di effrazione in un garage. Poi, a distanza di poche ore, un colpo messo a segno in una rivendita di tabacchi. È successo tra via Ascoli Piceno e via Don Giovanni Bosco, l’una parallela dell’altra. Due episodi che hanno allarmato un intero quartiere con gli abitanti che, in strada, hanno animato discussioni sulla diffusa percezione di insicurezza.
Il primo fatto, peraltro, è avvenuto di sera, alle 21. Un tizio (descritto come persona di mezza età) è stato notato mentre cercava di forzare la serratura di un garage. Probabilmente aveva osservato i proprietari di casa: ha agito quando questi ultimi sono usciti. Ad accorgersi di quello sconosciuto e del suo strano comportamento è stato un vicino di casa, la cui reazione lo ha messo in fuga. Nel cuore della notte, verso le 2.30, qualche traversa più in là, in via Don Giovanni Bosco, però, i malviventi hanno portato a compimento la loro missione. Preso di mira il tabacchino di zona Grassura, si sono introdotti nei locali e, nel giro di qualche minuto, hanno portato via sigarette, schede telefoniche e tagliandi “Gratta e vinci”. Ancora da quantificare con esattezza l’ammontare del danno causato.
Fatto sta che i due episodi hanno suscitato un certo allarme e discussioni in tutto il quartiere. Un gruppo di abitanti, chiedendo a Biancavilla Oggi di evidenziare questa loro preoccupazione, ricorda pure che appena alcune settimane fa un altro tentativo di furto nella stessa zona si è verificato ai danni di uno studio medico specialistico.
Della questione della sicurezza in paese si discute più insistentemente da almeno un anno. In coincidenza di razzie nelle case della zona delle Vigne o in occasione di furti in appartamento che hanno avuto una certa eco, da più parti si è sollevata la problematica.
Anche il consiglio comunale, a marzo ha votato all’unanimità una mozione, ancora inapplicata, che impegna la giunta Glorioso ad istituire «un tavolo tecnico-politico tra amministrazione, forze dell’ordine e associazioni di volontariato volto ad individuare strumenti e soluzioni per garantire maggiore sicurezza in paese». Ma allo stesso tempo «realizzare una campagna informativa contro le truffe domestiche», che maggiormente colpiscono persone anziane.
LEGGI GLI ARTICOLI
►Furti e senso di insicurezza: un fronte comune inascoltato
►Altri furti in abitazioni e alle Vigne: i consiglieri impegnano Glorioso
Si tratta di un’estrema sintesi di due distinti documenti dello scorso anno Uno proposto dal fronte dell’opposizione, che sollecitava un pacchetto anticriminalità. L’altro dal fronte della maggioranza, dal quale si chiedeva al primo cittadino di redigere un rapporto sulla sicurezza urbana per sapere quali atti e iniziative sono state adottate per la prevenzione ed il controllo territoriale di competenza comunale.
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Cronaca
Sorpreso con un tirapugni e una dose di marijuana: denunciato un 18enne
Da un giro di controllo, i carabinieri hanno notato strani movimenti in piazza Stazione e sono intervenuti

Un 18enne di Biancavilla è stato denunciato dai carabinieri per la detenzione di un’arma bianca (un tirapugni di metallo) e segnalato quale assuntore di stupefacente.
I militari hanno notato il ragazzo, assieme ad un gruppo di coetanei, nei pressi di Piazza Stazione che. Al passaggio di un’auto dei carabinieri, qualcuno della comitiva ha emesso due fischi e il 18enne ha subito estratto dalla tasca un oggetto metallico, nascondendolo sul tetto di una pensilina, salvo poi recuperarlo una volta che la pattuglia si era allontanata.
Quando il giovane ha ripetuto lo stesso gesto durante un ulteriore passaggio dei carabinieri, questi ultimi sono subito intervenuti, bloccandolo e procedendo a perquisizione.
I militari hanno recuperato il tirapugni in acciaio dalla pensilina. Nella tasca dei pantaloni, invece, il 18enne aveva una dose di marijuana pronta all’uso. Per queste ragioni, il giovane è stato denunciato per il possesso dell’arma bianca e segnalato alla Prefettura di Catania quale assuntore di sostanze stupefacenti.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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