Politica
Pure Biancavilla “boccia” Renzi: in sciopero il 99% degli insegnanti

Adesione “bulgara” dei docenti del Primo e del Secondo circolo didattici, della scuola media “Luigi Sturzo” e dell’Istituto comprensivo “Antonio Bruno” allo sciopero contro il ddl “La buona scuola”. Classi vuote, alunni a casa.
di Vittorio Fiorenza
È un’adesione praticamente bulgara, quella degli insegnanti delle scuole di Biancavilla allo sciopero generale contro la riforma del governo in corso di approvazione al Parlamento. A parte alcune defezioni, che si contano tra le dita di una mano, i docenti del Primo e del Secondo circolo didattici, della scuola media “Luigi Sturzo” e dell’Istituto comprensivo “Antonio Bruno” non sono entrati in classe. Una sonora bocciatura a Renzi e al ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, sul ddl della cosiddetta “La buona scuola”.
«Di mattina, qui non c’è alcun insegnante disponibile, tutti hanno aderito allo sciopero –dice a Biancavilla Oggi, il preside della “Sturzo”, Mario Amato– c’è un’adesione inferiore tra gli insegnanti del serale, ma nel complesso oltre il 90% qui ha fatto sciopero». Le ragioni? Alla “Sturzo” erano state spiegate chiaramente ed approvate nel corso di un’assemblea sindacale con un documento finale che avevamo pubblicato qui.
►LEGGI IL DOCUMENTO
«Stesso discorso e stesse percentuali al Primo circolo didattico», ci conferma lo stesso prof. Amato, in qualità di dirigente scolastico dei plessi “San Giovanni Bosco” e “Guglielmo Marconi”.
Dalla “Bruno”, analoga risposta: «Qui da noi le adesioni sono del 99%».
Telefoni muti al Secondo circolo didattico, segno di un’altra adesione di massa.
Biancavilla, insomma, in linea con il resto d’Italia contro il governo Renzi. E le parole del ministro Giannini, secondo cui si tratta di «uno sciopero politico», sembrano smentite da un’adesione così massiccia, che oggi accomuna insegnanti di diverso orientamento.

Il corteo di insegnanti organizzato oggi a Catania
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Politica
Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra
Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.
Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.
In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».
Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».
«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».
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Politica
Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»
Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».
Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.
«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.
Critiche anche al presidente del Consiglio
«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».
Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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Giuseppe Cantarella
5 Maggio 2015 at 13:48
Ma com’è che negli ultimi 5 anni i governi hanno azzerato il fondo d’istituto delle scuole, sottraendo risorse imprescindibili a favore delle scuole private, e nessun insegnante ha mai scioperato. Adesso che, anche se discutibile in alcuni punti, questa riforma scolastica cambia nella forma quello che nella sostanza è sempre stato, tutti che fanno sciopero.
Non ho elementi per approfondire altro, ma per quanto concerne i “superpoteri/responsabilità” dei presidi è molto semplice: pretendere che gli aspiranti candidati presidi siano eletti ogni 5 anni e valutati ogni 3 anni dal Consiglio d’Istituto. Problema risolto.
Ma poi: quanti insegnanti hanno scioperato per gli 80€?