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Continui furti nelle abitazioni, ma la sicurezza da noi non è una priorità

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di ANGELO D’URSO

Nell’ultimo periodo sono diversi gli episodi di furti nelle abitazioni del centro storico di Biancavilla. Il fatto che questi avvengano anche in pieno giorno dimostra chiaramente come il delinquente faccia leva su quel senso di impunità originato dalla più totale mancanza di controlli.

Tra i doveri di chi amministra dovrebbe esserci anche quello di provvedere in tutti i modi possibili alla sicurezza dei propri concittadini e tutelare la legalità, ma, a quanto pare, tale irrinunciabile dovere non è al momento tra le priorità dei nostri amministratori.

Cosa potrebbe fare un’amministrazione per risolvere questa annosa problematica?  In diversi Comuni si sono attuate diverse soluzioni, alcune delle quali potrebbero essere ben recepite ed adeguate al contesto biancavillese.

Tra queste, la più opportuna sarebbe indubbiamente l’installazione di un sistema di video sorveglianza a tutela della sicurezza pubblica e di contrasto alla criminalità per la possibilità di controllo del territorio che offrirebbe.

In alternativa si potrebbe chiedere alle associazioni di volontariato di presidiare il territorio, in particolar modo le strade meno centrali e specialmente il mercoledì, giornata particolarmente laboriosa per i ladri, dal momento che, molti cittadini, lasciano incustoditi i loro immobili per recarsi al mercato locale.

Mi auguro che l’amministrazione si attivi tempestivamente per risolvere questo grave problema, in modo che nessun altro venga derubato, non solo dei propri beni, ma anche dei propri ricordi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Premio Scanderbeg (e alla memoria), buona idea riconoscere i meriti però…

Note a margine dell’evento promosso dalla Presidenza del Consiglio Comunale a Villa delle Favare

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Ho letto con piacere dell’esistenza del premio Scanderbeg, istituito dal Comune di Biancavilla e, nello specifico, dalla Presidenza del Consiglio Comunale. L’idea che le nostre istituzioni vogliano dare merito e riconoscimento a personalità che si siano distinte in ambiti professionali o di impegno civico, culturale, sociale o volontaristico mi sembra valida e da sostenere.

Ci sono, tuttavia, due osservazioni che spontaneamente nascono dalla lettura delle cronache dell’evento di premiazione, avvenuto a Villa delle Favare.

Scegliere di stilare un ampio ventaglio di premiati rischia, nel giro di qualche anno, di esaurire il numero di meritevoli a cui conferire il riconoscimento. O quantomeno si rischia di individuare personalità via via “minori” rispetto a quelli già chiamati sul palco. In altre parole: meglio scegliere, per ogni edizione, pochi ma farlo con criterio, evitando motivazioni troppo generiche.

Altro aspetto che è saltato alla mia attenzione è la categoria del “premio alla memoria”. Non è inusuale che certi riconoscimenti vengano dati post mortem. Di solito accade per scomparse premature o improvvise.

Nel caso della manifestazione del Comune di Biancavilla sembra, invece, che si tratti di una categoria fissa, da riproporre ogni anno. L’idea, in questo caso, non fa altro che certificare la disattenzione che in passato l’istituzione comunale ha avuto nei confronti dei biancavillesi meritevoli.

I premi si danno in vita, non dopo la morte! Sembra si voglia colmare l’indifferenza che sindaci e consiglieri hanno mostrato nel passato. Cosa vera, ma ormai è troppo tardi. Vogliamo dare un premio, dunque, alla memoria per Antonio Bruno e farci perdonare le malignità riservate prima e dopo la sua morte o l’oblio che ne è seguito per decenni? Guardiamo avanti.

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