Cronaca
Fanno la spesa senza poi pagare: quattro finiti in manette a Auchan
Un’intera famiglia di Biancavilla sorpresa a rubare all’ipermercato Auchan di Catania. Aveva riempito il carrello con merce per un valore di circa 500 euro. Al gruppo contestati anche altri due furti analoghi.
Fanno la spesa per 500 euro, ma non passano dalla cassa. Un’intera famiglia di Biancavilla sorpresa a rubare all’ipermercato Auchan di Catania. Tutti i componenti posti agli arresti domiciliari.
La famigliola, composta dal padre, dalla convivente e da due figli, si è dedicata allo shopping, recandosi al centro commerciale di contrada Gelso bianco. Peccato che, dopo avere ripulito perbene gli stand dell’esercizio, prelevando merce per diverse centinaia di euro, con invidiabile nonchalance si stavano allontanando senza pagare la merce messa nel carrello.
La collaborazione tra il personale addetto alla sicurezza dell’ipermercato e i carabinieri della stazione di Librino ha permesso l’immediato intervento dei militari che, giunti sul posto, hanno bloccato i ladri, recuperando e restituendo la refurtiva al direttore dell’ipermercato.
Come approfondito dai carabinieri, agli arrestati, Antonio Pelleriti, 50 anni, il figlio Placido, 22 anni, Laura Fiorenza, 29 anni, e un’atra giovane 23enne, sono stati contestati altri due furti commessi con le stesse modalità il 15 e il 18 marzo scorsi.
In attesa del giudizio per direttissima sono stati posti tutti ai domiciliari.
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Cronaca
Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati
Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti
Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).
Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.
Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.
Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.
In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.
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