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Politica

Omicidi, rifiuti e abusivismo edilizio: l’Antimafia ascolta il procuratore

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La questione in tre immagini: l’omicidio Gioco, il tappeto di rifiuti sulla la Sp 156, la demolizione dell’immobile di via Canada

Giovanni Salvi sentito dalla Commissione Antimafia sugli aspetti criminali di Biancavilla e dei paesi vicini: dai delitti mafiosi (commessi e sventati) alla gestione rifiuti, fino alle tensioni per le demolizione degli immobili abusivi.

di Orazio Caruso

Il procuratore della Repubblica di Catania, Giovanni Salvi, accompagnato dal sostituto procuratore Raffaella Agata Vinciguerra, è stato in audizione a Roma dinanzi ai componenti della Commissione nazionale Antimafia, presieduta da Rosy Bindy. Tra i componenti, il senatore paternese del Nuovo Centrodestra, Salvo Torrisi. Si è parlato di rifiuti e criminalità organizzata: due problematiche che interessano i comuni di Paternò, Biancavilla e Adrano.

Per quanto riguarda l’attività della Procura nella lotta alla criminalità organizzata, Giovanni Salvi ha evidenziato come «in questi mesi vi sono ancora delle situazioni di forte tensione, che vanno dall’area di Biancavilla a quella di Paternò, dove i nostri interventi hanno evitato degli omicidi che erano, in un caso, addirittura nella fase esecutiva. Abbiamo potuto ascoltare la fase immediatamente preparatoria, il fatto che le armi venivano prese dai nascondigli, provate, e poi gli accordi per andare ad uccidere il capo di un’organizzazione rivale. Quindi, abbiamo potuto eseguire degli arresti in flagranza e contemporaneamente dei fermi». Negli ultimi quindici mesi si è assistito a quattro omicidi di mafia: Alfredo Maglia il 29 ottobre 2013 ad Adrano; l’assassinio di Agatino Bivona il 13 gennaio e di Nicola Gioco il 15 gennaio del 2014 a Biancavilla; l’omicidio di Salvatore Leanza del 27 giugno del 2014 a Paternò.

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Il procuratore Giovanni Salvi

Si è parlato anche della gestione rifiuti e dei problemi ad essi legati, che vanno dal commissariamento della discarica Oikos di Motta Sant’Anastasia per passare all’analisi degli attentati subiti dai primi cittadini Totò Mastroainni, Giuseppe Ferrante e Giuseppe Glorioso. Amministratori ai quali sono state incendiate le auto. Attentati legati con molta probabilità alla gestione del servizio rifiuti.

Una tematica evidenziata dal senatore Torrisi, il quale l’ha sottolineato nel suo intervento prima di esporre, sulla questione, una chiara domanda al Procuratore Salvi: «Alcuni sindaci di quel territorio che hanno subito intimidazioni, hanno detto chiaramente che ciò si è verificato perché hanno tentato di porre una serie di regolamentazioni nel servizio di smaltimento rifiuti, sia rispetto al sistema delle gare (probabilmente nel passato non si facevano gare) sia rispetto al personale, laddove c’è un tentativo della criminalità organizzata di inserirsi soprattutto attraverso l’imposizione del personale. Forse anche i costi di questo servizio risultano particolarmente ingigantiti dal fatto che si è gonfiato il personale di queste ditte, poiché una parte dello stesso viene retribuita ma non svolge una vera e propria attività lavorativa».

La risposta all’osservazione del senatore Torrisi da parte del procuratore Salvi è stata precisa e indicativa: «In questi giorni abbiamo dato conto molto dettagliato alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti delle moltissime indagini che abbiamo fatto, con esiti molto positivi. Per quello che riguarda il territorio che lei (Salvo Torrisi, ndr) indica, sono a conoscenza di questa situazione e ci sono anche altri aspetti. Per esempio, alcuni sindaci hanno segnalato la possibilità che queste intimidazioni siano legate anche alle demolizioni di immobili abusivi che abbiamo finalmente iniziato a fare sistematicamente, che hanno richiesto in un caso l’intervento del battaglione mobile e in altro caso l’intervento molto significativo dei carabinieri. Quindi, siamo perfettamente consapevoli che il settore del traffico dei rifiuti è uno dei punti centrali sia dell’infiltrazione sia dei possibili legami illegali tra l’imprenditoria e l’amministrazione».

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1 Comment

1 Comment

  1. Nicolino UnAmico Incomune

    14 Febbraio 2015 at 16:01

    Scusate, cosa significa: ” Per esempio, alcuni sindaci hanno segnalato la possibilità che queste intimidazioni siano legate anche alle demolizioni di immobili abusivi che abbiamo finalmente iniziato a fare sistematicamente, che hanno richiesto in un caso l’intervento del battaglione mobile e in altro caso l’intervento molto significativo dei carabinieri.” ? Macchina bruciata vicino nel tempo a demolizioni è stata quella del sindaco Glorioso di Biancavilla. Ovvero il sindaco di Biancavilla, Esimio dott. Giuseppe Glorioso, detto Pippo, asserisce che gli hanno bruciato la macchina o gli abusivi o qualcuno dello smaltimento rifiuti ? il comitato degli abusivi lo sa?

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Istituzioni

Luigi D’Asero lascia la presidenza e il Consiglio: è il turno di Portale e Stissi

L’esponente del Movimento per l’Autonomia conclude un ciclo politico: «Accordi di maggioranza»

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© Foto Biancavilla Oggi

Luigi D’Asero si dimetterà a giorni da presidente del Consiglio Comunale di Biancavilla e anche dalla carica di consigliere.

Lo ha annunciato lui stesso nel corso di una conferenza stampa, motivando la scelta come un passaggio politico concordato con la coalizione di maggioranza e con il proprio gruppo politico, il Movimento per l’Autonomia.

Nello scranno più alto dell’assemblea cittadina andrà ora, secondo gli accordi, Fabrizio Portale. Per la carica di consigliere, D’Asero sarà sostituito dal primo dei non eletti del Mpa, Giuseppe Stissi.

Per l’occasione, davanti anche ad esponenti politici e assessori, D’Asero ha tracciato un bilancio dell’attività svolta: 60 delibere all’anno, quelle del Consiglio Comunale. Sicurezza urbana, salute pubblica, stesura dei regolamenti, adesione all’Unione dei Comuni: alcuni dei punti citati dal presidente uscente.

Quasi vent’anni di esperienza politico-istituzionale hanno consentito a D’Asero di ricoprire i ruoli di consigliere ma anche di assessore. «Con la mia presidenza si chiude un ciclo, le mie dimissioni nascono da accordi politici di maggioranza e impegni nei confronti delle forze che la compongono. Scelte concordate all’inizio della consiliatura», ha detto D’Asero, a tratti visibilmente commosso.

«Spesso la figura del presidente viene percepita in secondo piano, rispetto a quella di assessore, ma – ha specificato – non è affatto così e io ho avuto l’onore di ricoprirla in chiave “istituzionale”». In questo senso, D’Asero ha sottolineato il supporto dato all’unica componente di minoranza. Un supporto con una “firma di garanzia” che ha consentito all’esponente del Pd di presentare atti che, altrimenti, con una sola firma, per regolamento, non avrebbero potuto raggiungere l’ordine del giorno.

Un’ultima riflessione D’Asero l’ha voluta fare sulla distanza dei cittadini dal Palazzo. «Il contatto politico si è perso, c’è sfiducia da parte dei cittadini», ha detto, auspicando «una loro partecipazione attiva con un confronto diretto».

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Politica

Gli astenuti affossano i referendum: il 79% dei biancavillesi è rimasto a casa

I cittadini che si sono recati ai seggi elettorali sono stati appena 3686 su 18.151 aventi diritto

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QUESITISINO
Licenziamenti illegittimi94,58% 5,42%
Lavoratori piccole imprese94,05%  5,95%
Lavoro precario94,08% 5,92% 
Sicurezza sul lavoro91,12% 8,88%
Cittadinanza italiana65,68%32,32% 

Fonte: Comune di Biancavilla

Quorum non raggiunto: referendum non validi. La consultazione, nelle due giornate di domenica e lunedì, è stata affossata dal forte astensionismo. Per quanto riguarda Biancavilla, il dato ha raggiunto la vetta del 78,78%.

Soltanto 3686 biancavillesi (1755 maschi e 1931 femmine) si sono recati alle urne. Su un totale di 18.151 aventi diritto, l’affluenza si è fermata quindi al 21,22%. Biancavilla ha fatto registrare, peraltro, un astensionismo più marcato rispetto al dato regionale e a quello nazionale.

I cinque quesiti referendari, come si vede dalla tabella in alto, riguardavano i diritti dei lavoratori e la cittadinanza per gli stranieri. Tematiche fondamentali, eppure il quorum è rimasto lontano.

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