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La batosta Imu sui terreni agricoli, il Comune ricorre al Tar Lazio

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La batosta del governo Renzi che prevede l’Imu sui terreni agricoli delle aree montane e collinari non risparmia Biancavilla. Il nostro territorio non è più classificato ed inserito in tali aree e quindi non può godere dell’esenzione. Questo significa far cadere un macigno su agricoltori, imprese agricole e piccoli proprietari con il rischio di mettere in ginocchio la già provata economia agricola.

Contro il decreto interministeriale che prevede tutto questo, il Comune di Biancavilla fa sapere adesso che ricorrerà al Tar del Lazio, analogamente a quanto annunciato da molti altri enti locali, per ripristinare la precedente esenzione.

Lo rende noto l’assessore Giusi Mursia, dopo la delibera di giunta che autorizza il sindaco Giuseppe Glorioso a proporre ricordo giurisdizionale innanzi al tribunale amministrativo.

Questa situazione, spiega l’assessore, «provoca disparità di trattamento tra territori del tutto omogenei per l’irragionevole imposizione di un’imposta non legata all’effettiva natura e posizione del bene. Inoltre le metodologie ed i termini previsti per il pagamento dell’imposta municipale propria sui terreni agricoli sono in palese contraddizione con le norme poste a tutela del contribuente in materia di irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti relativi a provvedimenti impositivi».

Da tenere in considerazione, poi, delle difficoltà finanziarie complessive. «La conseguente decurtazione dei trasferimenti a valere sul Fondo di solidarietà comunale, priva il nostro Comune –sottolinea Mursia– dell’adeguata disponibilità economica e della necessaria liquidità per garantire la copertura contabile ed onorare i pagamenti degli impegni finanziari assunti durante l’anno, con gravissimi squilibri finanziari e pesanti conseguenze sull’erogazione dei servizi essenziali alla comunità locale».

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Politica

L’Ortopedia chiude a Biancavilla? Il “no” del Pd: interrogazione all’Ars

L’atto parlamentare, con Ersilia Saverino prima firmataria, investe il presidente Schifani e l’assessore Volo

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© Foto Biancavilla Oggi

Il paventato accorpamento del reparto di “Ortopedia e Traumatologia” dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla a quello del “Santissimo Salvatore” di Paternò solleva perplessità e prese di posizione.

Il Partito democratico ha presentato, tramite il gruppo all’Ars, un’interrogazione (prima firmataria la deputata Ersilia Saverino) rivolta al governatore Renato Schifani e all’assessore alla Salute, Giovanna Volo.

I parlamentari chiedono un intervento per scongiurare una decisione simile e, anzi, di potenziare l’Ortopedia di Biancavilla «per scongiurane la chiusura per una adeguata gestione della sanità pubblica, a salvaguardia del diritto alla salute e all’accesso alle cure e all’assistenza», In quest’ottica si sollecita di rettificare la riforma della rete ospedaliera «in modo da assicurare ai presidi ospedalieri più piccoli un numero congruo di posti letto e di personale sanitario destinando ad essi maggiori risorse finanziarie pubbliche al fine di garantire il decoro e la dignità dei pazienti».

L’ospedale di Biancavilla, punto di riferimento per oltre 100.000 abitanti di tre province (Catania, Enna e Messina), vanta strutture all’avanguardia, tra cui sale operatorie con flusso laminare e un reparto di Rianimazione. Tuttavia, la scelta di accorpare il reparto al presidio di Paternò è motivata dall’Asp con esigenze di ottimizzazione del personale e miglioramento delle performance sanitarie.

Il gruppo dei “Democratici per Biancavilla”, che ha sollecitato l’interrogazione parlamentare, ha definito «illogica e penalizzante» l’eventuale accorpamento dei reparti. Il trasferimento a Paternò, infatti, lascerebbe scoperta l’area pedemontana e dell’entroterra, mentre il “Santissimo Salvatore” si trova a pochi chilometri dal più attrezzato “Garibaldi” di Catania.

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