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Furto al plesso “Cielo stellato”, le insegnanti: «Siamo sconfortate»

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Rubati stereo, televisore, monitor e macchinetta del caffè. Appello al sindaco: «Bisogna intervenire. Deprimente vedere strumenti didattici sottratti ai nostri bambini».

di Vittorio Fiorenza

Una furia razziatrice. Hanno portato via uno stereo, un televisore, diversi monitor di pc e persino la macchinetta del caffè. Ennesimo furto al plesso “Cielo stellato”, che ospita la scuola dell’infanzia del Secondo Circolo didattico di Biancavilla.

Sprovvisto di allarme e sistema di videosorveglianza, l’edificio scolastico è stato “visitato” dai ladri in questo fine settimana. Potrebbe essere stato venerdì notte oppure sabato (visto che il plesso è chiuso) o domenica.

Non si è ancora capito da dove i malviventi si siano introdotti, non essendoci segni di effrazione dall’ingresso principale. Probabilmente è stata forzata una serranda e da lì si è potuto accedere alle classi e al laboratorio di informatica.

All’apertura della scuola, che conta 180 alunni, questa mattina, l’amara sorpresa. Indignazione, rabbia e delusione da parte degli insegnanti.

A Biancavilla Oggi hanno chiesto di riportare il loro appello: «Ci rivolgiamo al sindaco Glorioso. È arrivato il momento di intervenire perché adesso il danno è stato grosso. Bisogna dotare il plesso di sistemi che scoraggino questi fatti. Per noi è deprimente e sconfortante vedere che strumenti didattici e di lavoro siano stati sottratti ai nostri bambini. Alcune strumentazioni erano state acquistate con soldi di noi insegnanti o dei genitori. Abbiamo poco, ma quel poco ora ci è stato tolto. È veramente molto sconfortante, si faccia qualcosa».

Non è la prima volta che il “Cielo stellato” venga preso di mira. Già a novembre, un altro furto. In quel caso era stata rubata la macchinetta del caffè. Adesso, il danno più grosso.

«Non è l’azione di un disperato –ritengono le insegnanti– in una classe c’erano delle marionette attaccateal muro e di proposito le hanno buttate a terra. Un gesto che interpretiamo come un segno di sfida, uno sfregio al nostro lavoro».

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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