Cronaca
Lamiere “volanti” e rami abbattuti: gli effetti delle raffiche di vento


Rispetto alle violenza delle raffiche di vento, il bilancio dei danni a Biancavilla è tutto sommato contenuto. Ma il rischio è stato elevato. Tanti, infatti, gli alberi e i rami abbattuti. Gli interventi compiuti dai vigili del fuoco del distaccamento di Adrano a Biancavilla sono stati tre: due durante la bufera e un altro nella giornata di oggi. Le situazioni di pericolo, secondo le immagini e le segnalazioni arrivate alla redazione di Biancavilla Oggi, però, sono state decine.
Il personale del 115 è intervenuto in viale dei Fiori, già ieri sera, per una struttura di legno e lamiera che è letteralmente volata in aria fino a piombare in strada: soltanto fortuna se non ha colpito nessuna auto in transito.
►GUARDA LE FOTO: Legni e lamiere “volanti”
La viabilità, però, fino a piazza Sgriccio, ha subito dei rallentamenti. Altri due interventi dei vigili del fuoco sono stati effettuati, uno in zona Sberno, l’altro in via Vittorio Emanuele, per un albero e un palo pericolanti.
Fortuna pure che non ci siano stati disastri in piazza Roma, dove, come mostra il video che abbiamo pubblicato, i lampioni erano scossi dal vento come ramoscelli.
►GUARDA IL VIDEO: Lampioni scossi come ramoscelli
Ed oggi, gli effetti delle raffiche (da via Matteotti a piazza Idria fino allo svincolo per la Ss 284) sono stati documentati dai volontari della “Onlus Protezione Civile Biancavilla”. Sono stati gli unici a vedersi in giro sia ieri sera che oggi. Di loro spontanea volontà hanno dato un aiuto a regolare la viabilità e a delimitare i punti con potenziale pericolo.
►GUARDA LE FOTO: Effetto vento, volontari in azione
Il paradosso è che l’associazione di volontariato in questione è quella che qualche anno fa fu sfrattata per decisione dell’amministrazione Glorioso dalla sede dell’ex macello e tagliata fuori da qualsiasi contributo da parte del Comune. Adesso, il sindaco, invii quantomeno una lettera ai volontari con un semplice “grazie”.
Aggiornamento
(12 gennaio 2015) A distanza di una settimana dalla pubblicazione dell’articolo, l’assessore alla Protezione Civile e alla Polizia municipale, Grazia Ventura, ci ha inviato stralci di relazioni di servizio sull’operato di vigili urbani e tecnici comunali dopo la bufera di vento. Un modo, da parte dell’assessore, per volere sottolineare «che a seguito di alcune segnalazioni pervenute al Comando di Polizia Municipale, l’Amministrazione ha allertato il servizio di reperibilità del personale dell’Ufficio Tecnico, che con l’ausilio del Comando di P.M., si è attivato immediatamente a tutela della pubblica incolumità, con gli opportuni interventi nei punti segnalati». Ventura fa presente, inoltre, «che il giorno seguente l’evento meteorologico avverso, il personale dell’Amministrazione ha provveduto a monitorare tutto il territorio per contabilizzare i danni, che in ogni caso sono stati molto contenuti, completando nel contempo il lavoro di bonifica dei punti critici».
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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