Cronaca
Criminali sfrontati, tentato furto in una tabaccheria del centro storico


I segni lasciati sulla vetrata della tabaccheria
di Vittorio Fiorenza
Vetrata danneggiata, nel tentativo di entrare e mettere a segno un furto. Sembra questo lo scenario che i titolari della rivendita di tabacchi ed edicola di via Vittorio Emanuele, all’angolo con via Francesco Crispi, a Biancavilla, si sono trovati davanti. Rilievi ed indagini in corso da parte dei carabinieri.
Il tabacchino è lo stesso in cui alcune settimane fa si era barricato uno psicolabile, dopo avere preso a schiaffi e pugni i passanti nella vicina piazza Roma, in pieno centro storico.
Nessun danno di rilievo, quindi, se non quello della vetrata dell’ingresso, distrutta con l’ormai classico metodo della “spaccata”. Certo è che episodi criminali di questo tipo sembrano in aumento nell’ultimo periodo a Biancavilla, con una percezione di allarme criminalità.
E i sistemi di videosorveglianza con l’installazione di telecamere a circuito chiuso all’interno e all’esterno degli esercizi commerciali, di cui peraltro questo tratto di via Vittorio Emanuele vanta una particolare concentrazione, non sembrano funzionare da deterrente. Come se i criminali agissero volutamente quasi con ostentata sfrontatezza.
Quest’ultimo fatto si somma, per esempio, ai diversi furti che si sono registrati in questi ultimi giorni in paese. Tra questi, quello ai danni della rivendita di materiali per l’edilizia di via Cristoforo Colombo e quello che si è registrato in un’abitazione di via Marco Botzaris, letteralmente messa a soqquadro, dal garage ai piani alti, in maniera del tutto indisturbata, dai “topi d’appartamento”.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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