Chiesa
Padre Pino, 25 anni di sacerdozio Chiesa in festa per il suo prevosto
«Un ministero che ha reso bella e gioiosa la mia vita», ha detto il prevosto. Il ricordo dei mons. Maglia e Calaciura: «Loro, i miei formatori, hanno illuminato i momenti bui».
di Vittorio Fiorenza
Una basilica affollatissima ed illuminata come per le grandi occasioni. La Chiesa biancavillese si è stretta attorno al suo prevosto, padre Pino Salerno, che ha festeggiato il 25esimo anniversario di sacerdozio. Messa solenne e partecipata, presieduta dallo stesso padre Pino, che si è protratta per oltre due ore. A sottolineare la solennità, il coro polifonico diretto da Filadelfio Grasso. Assente per ulteriori impegni, l’arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, sarà a Biancavilla lunedì 29 per presiedere alla concelebrazione eucaristica che chiuderà il programma del “giubileo sacerdotale” di padre Pino, aperto l’8 settembre.
«La vera persona da festeggiare oggi -ha puntualizzato il prevosto- è il Signore, che 25 anni fa mi chiamò a Lui. Esprimo la mia immensa gratitudine al Signore e alla Chiesa per un ministero che ha reso bella e gioiosa la mia vita. Ricordo che la sera prima dell’ordinazione ho faticato a prendere sonno e le ore della notte sembravano un’eternità. In questi giorni ho potuto rivivere quegli intensi momenti di preparazione con le medesime emozioni, anche se molti volti di allora e persone care, oggi mancano».
Ad inizio della sua omelia, padre Pino ha ricordato i suoi genitori, che per anni furono emigrati in Australia, dove lui è nato. E ha ricordato le persone che hanno segnato i momenti della sua vita (scanditi nella mostra fotografica allestita nella cappella di San Placido), a cominciare da due giganti della Chiesa biancavillese, mons. Carmelo Maglia e mons. Giosuè Calaciura: «Loro sono stati i miei formatori, sempre pronti ad illuminarmi nei momenti bui della vita, con parole paterne e con consigli forti».
Di famiglia originaria di Palagonia, padre Pino venne a Biancavilla, nel 1973, all’età di 11 anni. I genitori lo accompagnarono al Piccolo seminario per consentirgli di studiare. Venne accolto da padre Maglia, allora rettore della struttura di via San Placido, che alla vista di quel bambino disse: «Ma è troppo piccolo». Pronta la risposta della madre, Maria: «Però ha stoffa!». E il sacerdote: «Beh, se lui ha stoffa, vuol dire che il Signore cucirà l’abito adatto a lui».
Comincia così, il percorso di quel bambino che, proseguita la formazione al Seminario di Catania e ordinato sacerdote dall’arcivescovo Luigi Bommarito, dopo una “parentesi” di 12 anni di insegnamento al “Lombardo Radice” di Catania e al liceo “Giovanni Verga” di Adrano, sarebbe diventato poi guida della Chiesa biancavillese e di quella struttura assistenziale, l’Opera Cenacolo Cristo Re, fondata da mons. Calaciura.
«Proprio lì, al Cenacolo –ha sottolineato padre Pino– ho sperimentato un altro aspetto del mio sacerdozio: chinarmi sui poveri, sugli ultimi, sui tossicodipendenti, sui malati di Aids, sulle persone che sono rifiutate dalla società e che nessuno vuole».
Applaudito l’omaggio floreale che padre Pino ha voluto fare all’Icona sacra: 25 rose bianche a Maria Santissima dell’Elemosina.
In chiesa presenti tutte le componenti della comunità parrocchiale. Presenti pure il sindaco Giuseppe Glorioso e il presidente del Consiglio Comunale, Dino Furnari. Tanti gli interventi di saluto. Tanti i doni ricevuti, tra cui un incensiere d’argento.
«Io dono a voi me stesso –ha risposto il prevosto– e dono alla Chiesa la mia casula, la cui realizzazione è durata un anno». Una veste liturgica preziosa cucita dal noto e pluripremiato sarto biancavillese Salvatore Papotto e ricamata dalle suore canossiane di Aci Bonaccorsi.
«Quale augurio per il futuro? –ha concluso padre Pino– Come diceva Sant’Agostino, sicuramente servire con amore la comunità».
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Chiesa
Rivive il presepe nel cuore del quartiere San Giuseppe tra le suggestive viuzze
L’evento ha coinvolto tutte le componenti della parrocchia Annunziata, guidata da padre Giosuè Messina
L’arco di San Giuseppe, l’omonima chiesa, le caratteristiche viuzze. Uno degli angoli più suggestivi del centro storico di Biancavilla diventa la location perfetta per il presepe vivente. Merito di catechisti, educatori, confratelli e fedeli della parrocchia Annunziata di padre Giosuè Messina. L’iniziativa nasce per coinvolgere i bambini e i ragazzi dell’oratorio alla tradizionale novena di Natale.
Sono state allestite la stalla della della natività e il palazzo di Erode, che riprendono il racconto evangelico. Vi è stata l’opportunità di scoprire gli antichi mestieri del falegname, del fabbro, delle ricamatrici, del vasaio, della lavandaia, delle impastatrici, delle venditrici di stoffe e della verdura.
Un’iniziativa religiosa, dunque, che si propone anche con il suo valore culturale e di aggregazione sociale. Per questo, non è mancato il patrocinio da parte del Comune di Biancavilla.
«Il presepe – sottolineano gli organizzatori – ha lo scopo di rappresentare in maniera plastica le pagine evangeliche oltre che a rendere il figurante e il visitatore protagonisti dell’evento più importante della storia».
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