Politica
L’ex ministro Barca “benedice” il patto di sviluppo Valle del Simeto


Fabrizio Barca a Villa delle Favare in qualità di direttore generale del ministero dell’Economia
A Villa delle Favare, incontro con i promotori del “Patto di Fiume”. Biancavilla, Adrano e Centuripe individuati come uno dei due territori italiani di sperimentazione strategica sulle “aree interne”. Porte aperte ai fondi europei 2014-2020 su sviluppo locale, infrastrutture, sanità e scuole.
di Vittorio Fiorenza
È stato l’ex ministro Fabrizio Barca, nel ruolo di direttore generale del ministero dell’Economia, a toccare con mano, a Biancavilla, la qualità e il valore del “Patto di fiume”, su cui da anni lavorano associazioni e gruppi, e che ora spinge la Valle del Simeto a candidarsi come area sperimentale per la cosiddetta “Strategia Nazionale Aree Interne”.
Fuori dal burocratese, in sostanza si tratta di un piano di sviluppo complessivo e strategico, attraverso il quale accedere a fondi che verranno stanziati attraverso i bandi europei del 2014-2020. Si parla ancora di “candidatura”, ma la presenza di Barca è da considerare a tutti gli effetti una sorta di “battesimo” ufficiale.
L’ex ministro ha partecipato a Villa delle Favare, all’incontro tra le associazioni del territorio e gli otto Comuni firmatari del Patto (Paternò, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Belpasso, Centuripe, Motta Sant’Anastasia e Ragalna), l’Università di Catania e una delegazione composta da rappresentanti della Regione e dei Ministeri dello Sviluppo economico, della Sanità, dei Trasporti e dell’Istruzione, in visita, in questi giorni, nei territori simetini.
Otto comuni firmatari del Patto, ma solo tre quelli scelti dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Regione: Adrano, Biancavilla e Centuripe. Tre centri che compongono adesso una delle due aree italiane (l’altra è la Val Chiavenna, in Lombardia) in cui sperimentate la strategia delle aree interne con possibilità di fondi su quattro direttrici: sviluppo locale, infrastrutture, sanità, sistema scolastico. Fa parecchio rumore, soprattutto, l’esclusione di Paternò.
Ma Barca invita ad evitare campanilismi ed elogia un aspetto positivo: «In questo territorio c’è una cosa speciale, ovvero il fatto che i cittadini, anziché aspettare passivamente che qualcuno agisse (lo Stato, la Regione, i Comuni), si sono mossi di fronte alle condizioni del territorio. È un’area, questa, non particolarmente disagiata (si sta peggio nelle Madonie o in altri posti della Sicilia). Però la qualità dei servizi scolastici è veramente scadente, la qualità della mobilità è problematica, la sanità vede accapigliamenti campanilistici irragionevoli. La novità è che di fronte a tutto questo, i cittadini si sono mossi, alzando la voce in modo ragionevole e motivato, facendo analisi e una mappatura delle conoscenze del territorio, trovando un incontro importante prima con l’Università e poi con i sindaci. Questo rende robusta la candidatura di questo territorio per la sperimentazione».
I sindaci
«Per il territorio –sottolinea il sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso– è un fatto molto importante, certo è che non ci saranno più finanziamenti a pioggia, ma dipende dalla nostra bravura a programmare e a progettare per fare arrivare risorse finanziarie per iniziative di sviluppo e a sostegno della mobilità, della sanità e delle scuole. Un’occasione che non possiamo perdere».
Mauro Mangano, sindaco di Paternò, puntualizza: «La nostra città non è stata esclusa dal progetto, la perimetrazione non mira ad escludere nessun territorio dalla Strategia Aree Interne, bensì ad individuare un’area di riferimento più ristretta, sulla quale misurare l’incidenza degli interventi. Agli otto Comuni è stato chiesto di rimanere uniti e proseguire sulla strada della condivisione degli obiettivi di sviluppo. E noi continueremo a chiedere che i cambiamenti rispetto al disegno iniziale non mutino la natura del Patto, i cui benefici ricadano sull’intera Valle del Simeto».
I “paletti” delle associazioni
Durante l’incontro a Villa delle Favare, oltre ai rappresentanti istituzionali, sono intervenuti relatori locali, che le associazioni che da tempo lavorano al “Patto di fiume”, hanno ritenuto “estranei”. In ogni caso, non hanno voluto polemizzare ed assumere «un atteggiamento costruttivo che metta in evidenza il lavoro che si conduce da anni sul territorio e le energie volontarie spese».
Ecco le richieste e le puntualizzazioni ribadite dal mondo dell’associazionismo:
1) Vorremmo che venga attuato il meccanismo di governance previsto dal patto, in cui sono individuati gli organi politici e tecnici che potranno garantire i principi di democrazia partecipata, inclusione e trasparenza, soprattutto in merito alla spesa delle risorse economiche che giungeranno sul territorio. Chiediamo, e ci impegniamo per un vigile monitoraggio di tali risorse, affinché il segnale di cambiamento parta proprio dal modo in cui esse vengono gestite e spese.
2) Vorremmo aprire una discussione sul perimetro delle aree interne, non per campanilismo di alcuni comuni, ma per non spezzare l’identità unitaria che si sta costruendo da anni nell’area simetina. Qualora, per motivi tecnici, non fosse possibile estendere il perimetro oltre i comuni individuati (Adrano, Biancavilla e Centuripe), accettiamo tale perimetro e chiediamo che i progetti elaborati possano produrre benefici di mutuo vantaggio e ricadute occupazionali su tutta la Valle del Simeto.
3) Vorremmo dunque che il Laboratorio di Progettazione del Patto (identificato nella struttura di governance come “Agenzia”, e che chiameremo “Laboratorio” d’ora in poi) possa servire per catalizzare fondi europei sul territorio attraverso una programmazione strategica complessiva e progetti mirati allo sviluppo di tutta la Valle del Simeto. Vorremmo inoltre che il Ministero lavori in stretta sinergia con i territori, auspicando una collaborazione diretta, intensa e continua con chi da anni si rimbocca le mani praticamente, con generosità e speranza».
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Politica
Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra
Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.
Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.
In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».
Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».
«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».
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Politica
Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»
Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».
Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.
«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.
Critiche anche al presidente del Consiglio
«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».
Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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