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Il dietrofront del “gruppo misto”: i quattro consiglieri tornano allineati

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Da sinistra, Dino Furnari, Grazia Ventura, Vincenzo Chisari e Salvatore Giuffrida

“Scherzi a parte” da municipio. Dopo la valanga di indicibili accuse, ok di Furnari, Ventura, Chisari e Giuffrida alle variazioni di bilancio di Glorioso. Scattano di nuovo le voci dell’ingresso di un loro rappresentante in Giunta.

 

di Vittorio Fiorenza

Si sono scambiati atti di accusa per mesi e mesi, a colpi di comunicati stampa, interviste e dichiarazioni. Sono stati protagonisti di innumerevoli zuffe in Consiglio Comunale.

Da una parte il gruppo misto formato dai quattro consiglieri Grazia Ventura, Salvatore Giuffrida, Dino Furnari e Vincenzo Chisari. Dall’altra, la coalizione governativa e il sindaco Giuseppe Glorioso. Due fronti contrapposti che avevano mandato in frantumi la maggioranza fino a determinare la bocciatura di proposte arrivate in Aula.

La linea di intransigenza finora seguita dal “gruppo dei quattro” si è dissolta, tuttavia, davanti alla trattazione delle variazioni di bilancio. La votazione ha riservato un esito clamoroso, che ha portato all’approvazione dell’atto con 14 voti favorevoli (compresi quelli dei componenti del gruppo misto), tre astensioni e tre consiglieri assenti.

Al di là del voto in sé, il dato politico che balza agli occhi è proprio l’allineamento assunto da Ventura, Giuffrida, Furnari e Chisari rispetto non ad un punto qualsiasi ma alle variazioni di bilancio. Un atto di scelta politica che contiene lo stanziamento di 250mila euro per il rifacimento delle strade interne, 100mila euro per le scuole, 75mila euro per studenti ed altri investimenti di politiche sociali.

Il voto del gruppo misto ha di nuovo innescato le voci di un possibile ingresso in giunta con l’indicazione di un proprio assessore. Da mesi, tuttavia, i quattro hanno sottolineato in tutti i modi di non essere interessati ad alcuna poltrona.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. Anna

    24 Novembre 2016 at 20:40

    Che buffoni

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Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

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Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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