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Medico per “missione”: addio al prof. Antonino Leocata, illustre pediatra

Originario di Biancavilla: qui è ricordato per il suo ambulatorio e le visite (gratuite) ai bambini

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Si è spento il prof. Antonino Leocata. Un illustre biancavillese. Fu primario di Pediatria e del Pronto soccorso dell’ospedale “Garibaldi” di Catania. Trentacinque anni di servizio. Un luminare, apprezzato per la sua dedizione e la sua disponibilità. Nel reparto pediatrico successe al prof. Angelo Ingiulla e, a sua volta, gli subentrò il prof. Pippo D’Asero. Altri due biancavillesi, a riprova del valore della “vocazione” pediatrica presente nella nostra città.

Il ricordo di Salvuccio Furnari

Il prof. Leocata verrà seppellito al cimitero di Biancavilla. In paese, non sono pochi a ricordarlo. Tra questi, Salvuccio Furnani, più volte amministratore comunale.

Ecco le sue parole: «Persona disponibile, cortese, accogliente e sempre con il sorriso sulle labbra. Con affetto veniva chiamato “u duttureddu” perché giovanissimo, allora, e per distinguerlo dai già affermati dr. Filippo e Giosuè Leocata. Ricordo negli anni ’50 l’ambulatorio (probabilmente il primo pediatrico di Biancavilla), nella casa di famiglia, in piazza Sant’Orsola. Qui effettuava le visite ai bambini del quartiere o ai figli di amici e conoscenti. Visite in maniera del tutto gratuita. Per estendere il suo aiuto alla collettività, nei primi anni della sua attività professionale, come mi riferisce il nipote Ninni Milone, chiese e gli fu assegnata una stanza dell’ospedale di Biancavilla, in cui riceveva i piccoli bisognosi di cure. Erano gli anni in cui la mortalità infantile raggiungeva percentuali elevate e diede il suo prezioso contributo alla cura».

Un medico di fede cattolica

Il prof. Leocata ha dedicato particolare attenzione alla Pediatria preventiva e sociale, ha operato nelle strutture dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, nell’Ente nazionale protezione morale del fanciullo, nel Servizio screening neonatale e in quello Materno-Infantile e dell’Età Evolutiva dell’Usl 34.

“Bambini da salvare, bambini da amare” è il titolo di un suo volumetto, distribuito in oltre 10mila copia nei congressi nazionali di pediatria.

Di fede cattolica, il prof. Leocata ha vissuto il proprio lavoro come una missione. Impegnato nell’Associazione Medici Cattolici Italiani, ha sempre creduto nel ruolo e nella centralità della famiglia. Per questo si è impegnato nell’Osservatorio permanente sulla famiglia presso il ministero degli Affari sociali, nella Commissione diocesana per la pastorale familiare, nella Confederazione italiana consultori familiari di ispirazione cristiana.

Fu impegnato pure nel Comitato nazionale per la bioetica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre a ricoprire la carica di presidente della Società Italiana per la Bioetica e i Comitati etici di Roma e dell’Associazione Scienze e Vita di Catania. È stato promotore dell’etica applicata alla medicina per il bambino ricoverato in ospedale. L’ordine dei medici gli conferì il premio Ippocrate «per aver individuato la scienza come concepita e applicata ai valori dell’uomo e soprattutto al finalismo etico insito nel mistero del vivere».

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Il bambino di Biancavilla tra i paladini di Francia: Tommaso e i suoi pupi siciliani

A soli 8 anni si è esibito già con il suo teatrino di legno, portando in scena “L’Orlando innamorato”

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GOODNEWS.
Questa è la Biancavilla che ci piace

Una grande passione per i pupi siciliani al punto che non soltanto li colleziona, ma si cimenta pure nell’allestimento scenico e nella recitazione, imparando a memoria e interpretando lunghi dialoghi, mentre le sue mani muovono i fili. Tommaso Francesco Lavenia ha otto anni e il prossimo anno scolastico andrà in quarta elementare nel plesso “San Giovanni Bosco” di Biancavilla.

In queste sere d’estate si è esibito in piazza Cisterna a Ragalna, nell’ambito della “Summer Fashion Week”. Davanti a un numeroso pubblico, con il suo teatrino in legno, ha portato in scena “L’Orlando innamorato”, dando carattere, movimento e voce ad ogni pupo. Una passione, forse un talento. Per lui, applausi e incoraggiamenti. Sorprende come ad appena 8 anni, Tommaso Francesco stia seguendo un interesse inconsueto per la sua età. Uno sforzo che, al di là del gioco, rivela dedizione, studio e sensibilità artistica.

Tutto è nato per caso a Taormina, quando in un ristorante ha visto esposto un classico pupo siciliano. Da lì è scoccata la curiosità, accentuata quando a casa, tra i vecchi giochi del papà, ha trovato un “Orlando”. Poi, l’acquisto dei primi pezzi, alcuni in pessime condizioni e restaurati. Altri ancora costruiti in legno. Una collezione che ormai conta una trentina di pupi.

In questa sua passione ha coinvolto i genitori, Placido e Valeria, e anche i nonni, che lo hanno aiutato nella realizzazione dei costumi. Su YouTube è andato a cercare rappresentazioni dei pupi siciliani, ha studiato a memoria i lunghi dialoghi, integrando anche personaggi biancavillesi con riferimenti a San Placido e alla Madonna dell’Elemosina.

Tommaso Francesco si è tuffato così nel mondo epico-cavalleresco dei paladini di Francia, di Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo. Ha avuto pure l’opportunità di conoscere da vicino alcune famiglie siciliane che da generazioni custodiscono quest’arte: i “Napoli” di Catania, i “Puglisi” di Sortino, “Ariosto e Calabretta” di Acireale.

Un grande patrimonio culturale, non a caso proclamato nel 2001 dall’Unesco «capolavoro orale e immateriale dell’umanità», che mescola teatro, letteratura, tradizione e artigianato. Un patrimonio nel quale il piccolo Tommaso Francesco sperimenta la sua passione, preferendolo ai giochi digitali che lo terrebbero incollato per ore davanti a uno schermo, come accade a tanti suoi coetanei.

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Chiude il “Tropical Bar”: quel ritrovo giovanile nella Biancavilla Anni ’80 e ’90

Il locale di Pietro Leocata (il primo a proporre il panino con wurstel) segna un ciclo generazionale

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È un altro pezzo da consegnare alla memoria collettiva. Ricordi che riaffiorano e si sgretolano, legati alla generazione giovanile di Biancavilla a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. Ecco perché c’è un po’ di malinconia nell’apprendere che, dopo quasi quarant’anni (38 per l’esattezza), chiude il “Tropical Bar”. Un’attività aperta nel 1987 in via Vittorio Emanuele, tra il plesso elementare “Guglielmo Marconi” e Villa delle Favare. Era lì il cuore pulsante del ritrovo giovanile di Biancavilla, prima che la bussola virasse verso via Umberto e piazza Annunziata.

Il titolare Pietro Leocata (pasticcere di professione) è prossimo ai 68 anni. In più, quella parte del centro storico ha visto continue chiusure di saracinesche. Un destino inesorabile di desertificazione commerciale. Tutt’altro scenario rispetto agli «anni delle immense compagnie, gli anni in motorino, sempre in due». Sì, perché in fondo, la movida biancavillese (quando ancora nessuno la chiamava così), era scandita da abitudini rituali: «Stessa storia, stesso posto, stesso bar», come cantava Max Pezzali.

Ma il bar di Leocata si distinse nella sua offerta. Fu il primo locale a proporre il panino caldo con wurstel, patatine fritte, ketchup e maionese. Una novità, che poi ha fatto scuola, alternativa alla più classica tavola calda con arancini e cartocciate. “Noi che… con 3mila lire ci saziavamo”: anche questo da custodire negli annali di “costume & società”.

I tempi cambiano, le mode pure. Così, quel locale al Civico 151 è diventato testimone delle abitudini che mutavano, mentre tra i due marciapiedi del tratto di via Vittorio Emanuele scomparivano pian piano le “comitive”. Lì dove erano nati amori e amicizie, discussioni e liti, con il sottofondo di una lunga play list che dai Duran Duran balza fino ai Rem.

A differenza di altre attività che hanno chiuso ormai da tempo (come Al Gabbiano, altro storico locale), il “Tropical Bar” ha resistito con orgoglio, adattandosi ad una clientela più ristretta, fedele, abitudinaria, ed “inventando” eventi propri per il periodo di Carnevale o Natale. Ora, però, si chiude un ciclo, personale e generazionale, professionale ed emotivo. Legati a quel posto, restano i ricordi di tanti giovani in sella ad un Garelli tra gli anni ’80 e ’90. Ricordi che suscitano tenerezza e una genuina nostalgia, come nei titoli di coda di un film dei Vanzina. A Pietro Leocata, l’augurio di una serena e meritata età della pensione, da vivere con la propria famiglia.  

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