Chiesa
Il frate cresciuto accanto a Padre Pio: «Una benedizione per Biancavilla»
Conversazione tra padre Giovambattista Zappalà, alcuni parrocchiani dell’Idria e fra’ Marciano Morra


Incontro inaspettato, ma piacevole, a San Giovanni Rotondo, provincia di Foggia, tra don Giovambattista Zappalà, parroco della parrocchia “Santa Maria dell’Idria” di Biancavilla e vicario foraneo, accompagnato da un gruppo di parrocchiani, e frate Marciano Morra, cappuccino novantunenne, che ha vissuto in convento con Padre Pio.
L’incontro con l’anziano frate –l’ultimo ad avere conosciuto padre Pio, di cui custodisce l’eredità memoriale e spirituale – è durato circa venti minuti ed è stato un colloquio amichevole. Durante la conversazione, fra’ Marciano ha rimarcato spesso l’aspetto umano di Padre Pio: «Era un uomo normalissimo, i santi sono persone normali, pure con i loro difetti». Così, il Santo di Pietrelcina aveva il suo carattere scorbutico, che a volte lo portava ad essere duro. «Pochi frati sapevano tenergli testa, ad esempio un certo fra’ Pellegrino, però sapeva chiedere scusa ed era anche molto scherzoso e simpatico: amava raccontare barzellette per alzare il morale».
Fra’ Marciano ha raccontato al gruppo di biancavillesi che il giorno che entrò con alcuni coetanei in convento, appena quindicenne, padre Pio raccomandò all’economo «di far mangiare bene questi ragazzini perché dovevano crescere in forze».
Padre Pio –come è noto e come ha confermato il racconto dell’anziano frate ai parrocchiani dell’Idria– puntava molto sulla carità, la vicinanza alla gente, anche attraverso contatti epistolari. In Convento sono conservate ed esposte migliaia di lettere, alle quali veniva data una risposta.
Fra’ Marciano ha continuato il suo racconto, ricordando i pomeriggi seduto nella terrazza del convento con colui che sarebbe diventato il Santo di Pietrelcina: amava stare lì e conversare con i suoi figli spirituali.
Padre Zappalà concelebra la messa
Una conversazione ricca ed intensa per il gruppo di biancavillesi, a cui il frate cresciuto accanto a padre Pio ha affidato i saluti e una benedizione rivolti alla comunità di Biancavilla.
«Per me –dice padre Zappalà a Biancavilla Oggi– è stata una gioia tornare a San Giovanni Rotondo, dopo sedici anni, ed un onore aver concelebrato nel Santuario dove Padre Pio ha tante volte detto Messa. Particolarmente toccante è stato il colloquio con Fra’ Marciano, fra gli ultimi testimoni oculari del Santo di Pietrelcina».
«Abbiamo compreso –sottolinea il parroco dell’Idria– che la santità presuppone una maturità umana. Inoltre, la grandezza di Padre Pio non è consistita nei miracoli o nella bilocazione, di cui era capace, bensì nella fedeltà ai propri doveri sacerdotali».


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Chiesa
L’ultimo saluto a padre Nicoletti, il vescovo: «Una persona mite e umile»
Addio al prete morto in sagrestia, mons. Renna: «Ogni presbitero desidera andarsene così»


Una folla commossa e raccolta, ancora quasi incredula, ha accolto la salma di padre Salvatore Nicoletti nella chiesa “Sacro Cuore”. Un ultimo saluto, alla presenza del vescovo di Catania, Luigi Renna, e dall’emerito Salvatore Gristina.
«La sua vita è stata un dono», ha detto Renna, ricordando il sacerdote, morto a 79 anni, nella chiesa dell’Idria, in sagrestia, colto da malore dopo avere celebrato la messa per la comunità neocatecumenale.
«Siamo stati colti impreparati dalla notizia – ha specificato il vescovo – ma anche consapevoli che le circostanze della sua morte sono la situazione più autentica che un cristiano presbitero possa desiderare». E ancora: «La sua morte, che preferisco chiamarla “transito”, è un prolungamento della eucarestia».
Nella sua omelia, Renna ha ricordato l’impegno e la figura di padre Nicoletti, per 37 anni alla guida della parrocchia dell’Idria: «Il suo è stato un impegno umile e costante. La mitezza e l’umiltà di cuore l’hanno reso una persona amabile e semplice verso tutti. È stato una guida di comunità e sacerdote sempre disponibile».
Alla celebrazione, anche il vicario generale, Salvatore Genchi, oltre al clero biancavillese e altri confratelli provenienti da tutta la diocesi. Con fascia tricolore, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Bonanno, a fianco al presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Portale.
Dai parrocchiani dell’Idria a quelli del “Sacro Cuore” (la chiesa in cui ha maturato la sua vocazione), ognuno con un proprio pensiero legato a padre Nicoletti.
Non è mancato il saluto di Gristina: «Padre Salvatore è un dono del Signore. Con la sua umanità e il ministero esercitato. E noi qui presenti siamo la prova di questo dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla Chiesa di Catania. Ringraziamo Padre Nicoletti per ciò che ci ha donato, conserviamo il suo ricordo e facciamo in modo che questi ricordi diano frutto. Sin dal mio arrivo, mi ha colpito la schiettezza di padre Nicoletti e anche nelle difficoltà non è mai mancata la comunione».


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