Cultura
Majorana e il vescovo biancavillese Omaggio di Zichichi a mons. Ricceri
Macché suicidio, macché fuga in Sud America. Contrasti con Enrico Fermi? Tutto falso. Ettore Majorana svanì dalla circolazione perché si ritirò in un convento. Antonino Zichichi, scienziato e divulgatore di fama internazionale, ribadisce la sua tesi sul mistero della scomparsa del geniale fisico catanese.
Lo ha fatto in un’affollatissima basilica “Maria Santissima dell’Elemosina” di Biancavilla, dov’è stato chiamato a discutere del rapporto tra scienza e fede. E ad ulteriore sostegno dell’ipotesi, Zichichi ha ricordato le rivelazioni che gli fece negli anni ‘60 il monsignore biancavillese Francesco Ricceri, morto nel 1980, che fu vescovo di Trapani e che dal 1989 è sepolto proprio nella chiesa del centro etneo.
«Mons. Ricceri –ha raccontato Zichichi– mi disse che era stato il confessore di Ettore Majorana. Non mi rivelò nulla di tali confessioni, ma mi svelò che Majorana aveva crisi mistiche. Un dettaglio che non sapeva nessuno».
Un dettaglio che avvalora la tesi che il grande scienziato catanese si sia chiuso in un convento.
«Enrico Fermi –precisa ancora Zichichi– disse alla moglie Laura che a Majorana, proprio perché era da considerare un genio, nessuno lo avrebbe trovato e nessuno avrebbe saputo spiegare i motivi della sua scomparsa. Esattamente come poi sono andate le cose. Mons. Ricceri sarebbe felicissimo se fosse qui perché più tempo passa e più si dimostra che le verità fondamentali vengono a galla».
Zichichi conobbe mons. Ricceri negli anni ’60 quando era vescovo di Trapani e si interessava ai primi passi del centro di cultura scientifica di Erice. L’episodio raccontato a Biancavilla da Zichichi è stato anche un modo per rendergli omaggio.
L’incontro con Zichichi ha attratto tantissime persone, che hanno ascoltato il celebre scienziato mentre sosteneva, da credente, che, in fondo, non c’è alcun contrasto tra fede e scienza. Nella basilica di Biancavilla, l’illustre fisico ed esperto di particelle elementari ha fatto echeggiare i nomi di Galilei, Newton, Keplero, Darwin, giocando su paradossi e spiegando con chiarezza i concetti di evoluzionismo biologico e culturale, degli uomini come unici esseri dotati di ragione, della scienza intesa come riproducibilità di esperimenti, delle sfere dell’immanente e del trascendente.
«Noi credenti –ha concluso Zichichi– non dobbiamo porci il problema del teorema sull’esistenza di Dio. Se lo dimostrassimo sarebbe la più grande scoperta scientifica di sempre ma ridurremmo Dio a matematica. Per noi, invece, è Tutto. È un problema semmai degli atei. Anche il loro è un atto di fede. Un atto di fede nel Nulla».
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Cultura
Memorie della famiglia Piccione: uno squarcio nella storia di Biancavilla
Nel libro di Giosuè Salomone una ricostruzione accurata con aneddoti e una ricca documentazione
Le pagine iniziano con la trascrizione dell’audio della voce di nonna Concettina, classe 1877, che, ignara di essere registrata, narra episodi riguardanti i suoi stessi nonni e quindi arrivando a fatti risalenti al XVIII secolo. Prende il via così un viaggio che, attraverso le storie e mediante la puntuale ricostruzione narrativa di luoghi e situazioni riportate da Giosuè Salomone, con la precisione di un matematico e con la passione di chi si sente parte viva e attiva di ciò che scrive, ci fa scoprire e riscoprire la storia del nostro paese, ci fa rivivere la realtà della nostra comunità fin quasi alle origini stesse, facendo parlare i documenti.
Il suo ultimo lavoro di ricerca è intitolato “Per sé e per la delizia degli amici, la famiglia Piccione di Biancavilla” (Giuseppe Maimone Editore, 180 pagg.).
Il capostipite Thomas Piccione si stabilisce a Biancavilla tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, probabilmente inviato dai Moncada, signori della contea di Adernò, di cui Biancavilla faceva parte. Nei decenni successivi i discendenti, che come il padre, probabilmente svolgevano il mestiere delle armi al servizio del loro signore, assumono un ruolo fondamentale nella società paesana.
Francesco viene investito del titolo di barone di Grassura e del Mulino d’Immenzo, e i suoi discendenti si dedicano alla costruzione di un mulino, di alcune chiese, ne restaurano e abbelliscono altre. Furono i principali mecenati del pittore Giuseppe Tamo. Acquistano terreni e, mediante matrimoni e padrinati nei battesimi, riescono a stringere relazioni con altre famiglie aristocratiche del circondario, accrescendo in importanza e prestigio.
Un viaggio lungo i secoli
Tra i vari racconti di nonni, bisnonni, zii e prozii, approfonditi e corroborati da atti notarili e testamenti, lettere, fogli di famiglia e altre carte, si riesce a desumere uno spaccato della società biancavillese durante i secoli, anche quelli più oscuri e incerti del Seicento e degli inizi del Settecento. E si arriva al Risorgimento, ai moti patriottici, all’Unità d’Italia e al periodo turbolento che la seguì (la storia di Piccolo Tanto – Ferdinando Piccione – è veramente emblematica e suggestiva).
Fanno da sfondo il palazzo Piccione, lo scrigno che ha custodito eventi e, come è naturale che sia, circostanze intime e quotidiane per ben dieci generazioni a partire da Giosafat Piccione, rappresentando un continuum nella storia di famiglia. E poi u giardineddu do’ spasimu, un appezzamento di terreno a sud del centro abitato voluto da Salvator Piccione «per sé e per la delizia degli amici» (frase incisa in latino sull’arco d’ingresso del podere). Il quartiere di san Giuseppe dove sorge quella che fu la cappella presso la corte di palazzo.
Tra le pagine emergono anche i tratti psicologici e caratteriali di molti personaggi del casato ma, di rimando, pure quelli di molti compaesani del tempo ormai passato. Affiora perfino un certo lessico familiare che varca i decenni e, attraverso aneddoti e storielle, perpetua le memorie di famiglia.
Nella seconda parte del volume, diverse appendici, allargano la ricerca di Giosuè Salomone, e la arricchiscono con svariati contributi: cartine topografiche, piantine e alberi genealogici che, quando saranno approfonditi dai lettori, riveleranno indubbiamente tantissime curiosità e chissà, permetteranno a ogni appassionato di rivedersi in qualcuno dei personaggi o ritrovarsi, magari con la sola fantasia, in una delle vicende descritte…
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