Connettiti con

Politica

Dopo ventisei anni eletta una donna alla presidenza del Consiglio Comunale

La maggioranza si allarga: Martina Salvà ha ottenuto due voti in più rispetto alla coalizione di governo

Pubblicato

il

Martina Salvà, all’età di 23 anni, siede nello scranno più alto del Consiglio Comunale. La più giovane e più votata componente dell’assemblea cittadina è stata eletta presidente. È la seconda donna, dopo Maria Concetta Salomone (prima eletta, nel 1994), a ricoprire la carica a distanza di ventisei anni.

L’elezione di Salvà –resasi necessaria dopo le dimissioni di Marco Cantarella, appena nominato assessore– ha evidenziato anche un allargamento della maggioranza. Oltre agli 11 voti dello schieramento di governo, Salvà ha ottenuto altri due voti. Sono quelli di Vincenzo Mignemi e Rosanna Bonanno, che in molte occasioni hanno già assunto posizioni “soft” o combacianti con quelli della coalizione del sindaco (dal Bilancio al Piano triennale delle opere pubbliche). La loro adesione alla maggioranza potrebbe essere formalizzata a tutti gli effetti, con una dichiarazione pubblica, a breve. Un evento che già da diversi mesi viene data per certa.

L’esito della votazione di Salvà ha registrato pure una scheda bianca, quella di Carmelo Mignemi. Assenti alla seduta il Partito democratico ed il Movimento 5 Stelle, sempre più su posizioni marginali, nonostante la seduta abbia trattato un punto cruciale per la vita istituzionale dell’ente.

«Appoggio di maggioranza e opposizione»

«Il risultato che ho ottenuto –commenta Martina Salvà a Biancavilla Oggi– dimostra l’appoggio ricevuto sia dalla maggioranza, di cui faccio parte, che dell’opposizione. E per questo mi sento di ringraziare calorosamente tutti i colleghi consiglieri che mi hanno affidato un ruolo così importante e prestigioso».

Poi, la sottolineatura sul vertice rosa dell’assemblea cittadina: «Sono molto emozionata in quanto sono la seconda donna, dopo 26 anni, a ricoprire il ruolo di presidente del Consiglio. Non solo: posso anche contare sull’aiuto del vicepresidente Rosanna Bonanno, che, come donna, saprà supportarmi e capirmi».

Infine, il riferimento al suo predecessore: «Ci tengo a ringraziare l’ex presidente del consiglio, Marco Cantarella, per l’eccellente lavoro che ha svolto in questi tre anni e lui sarà per me un esempio da seguire per il lavoro che da ora in poi dovrò svolgere io».

Bonanno: «Una donna eletta, una buona notizia»

«Nella nostra città una donna viene eletta alla guida dell’assemblea cittadina dopo 26 anni. È davvero una bella notizia». È il commento del sindaco Antonio Bonanno, dopo l’esito della votazione che ha sancito l’elezione di Martina Salvà.

«Il mio augurio -ha concluso Bonanno- di buon lavoro al nuovo Presidente del Consiglio comunale. Un sentito grazie all’uscente Marco Cantarella per la linearità della sua conduzione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA  

Pubblicità
Fai clic per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Politica

Il sindaco Bonanno ricorda il 25 Aprile, ma dimentica la parola “fascismo”

Il presidente del Pd, Alfio Distefano: «Così si rischia di snaturare il significato di questa ricorrenza»

Pubblicato

il

Un momento della commemorazione dello scorso anno

«Nella Giornata del 25 Aprile, Festa della Liberazione, i valori democratici vanno affermati con nettezza e nel fare ciò bisogna esprime l’avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari che restringono la libertà. La celebrazione della nostra ritrovata libertà deve aiutarci a comprendere e rafforzare il ruolo dell’Italia nel mondo come imprescindibile baluardo di democrazia. Viva la libertà, Viva la democrazia, Viva l’Italia».

Con queste parole, il sindaco di Biancavilla, Antonio Bonanno, ha ricordato la ricorrenza della Liberazione. Ma, come accaduto anche in anni precedenti, non ha pronunciato la parola “fascismo”. C’è il riferimento ad una generica «avversione a tutti i regimi totalitari e autoritari», ma senza citare il dato storico della caduta della dittatura di Mussolini e della cacciata dei nazisti di Hitler. Dettaglio che non è passato inosservato. Un atteggiamento peraltro in linea con quello della presidente Giorgia Meloni e della sua maggioranza. Ma si può celebrare la Liberazione, omettendo di ricordare l’occupazione nazifascista?

L’intervento di Alfio Distefano

Così, a margine del 25 aprile, è il presidente del Partito democratico di Biancavilla, Alfio Distefano, ad affidare ad una nota stampa la sua riflessione.

«Le parole – scrive Distefano – rischiano di snaturare il profondo significato di questa ricorrenza, strumentalizzandola in modo inaccettabile. Il 25 aprile non è, come affermato dal sindaco e da parte della sua giunta, una semplice giornata commemorativa dei caduti di tutte le guerre o una celebrazione generica contro i regimi totalitari. Si tratta, piuttosto, di una data ben precisa che segna un momento fondamentale nella storia del nostro Paese: la liberazione dal regime nazifascista, avvenuta nel 1945 grazie al sacrificio dei partigiani e all’impegno congiunto di tutte le forze antifasciste. È un giorno in cui dovremmo riflettere sul coraggio e la determinazione dei partigiani italiani che, con grande sacrificio e rischio personale, lottarono per l’ideale di libertà e democrazia».

Distefano sottolinea ancora che «celebrare il 25 aprile significa non solo onorare la memoria di chi ha combattuto e dato la vita per la libertà, ma anche riaffermare con forza i valori antifascisti che sono alla base della Repubblica Italiana. Valori che, come recita la nostra Costituzione, ripudiano la guerra e la violenza e pongono al centro la tutela dei diritti umani e la democrazia».

«Distorsione della memoria storica»

«Ritengo inaccettabile – specifica il presidente del Pd – che i rappresentanti delle istituzioni, come Sindaco e Giunta comunale, possano mettere in discussione il significato profondo del 25 aprile, alimentando una pericolosa distorsione della memoria storica, dove tale strumentalizzazione rischia di offendere la memoria di chi ha combattuto e di minare i valori stessi su cui si fonda la nostra democrazia».

Da qui, dunque, la richiesta di Distefano rivolta agli amministratori comunali ad «impegnarsi a promuovere una corretta e consapevole celebrazione del 25 aprile, commemorare questa giornata con il rispetto che merita e che sia occasione di riflessione e di riaffermazione dei valori antifascisti che uniscono l’Italia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti